Le conclusioni della “Conferenza Permanente Stato-Regioni-Province Autonome. CGIE”

Si è conclusa IV Plenaria Conferenza Permanente Stato-Regioni e CGIE. La Conferenza ha il compito di indicare le linee programmatiche per la realizzazione delle politiche del Governo, del Parlamento e delle Regioni per le comunità italiane all’estero. La Conferenza è convocata, almeno ogni tre anni, (questa si tiene dopo 12), dal Presidente del Consiglio dei Ministri che la presiede; in caso di suo impedimento, la Conferenza è presieduta dal Ministro degli affari esteri.

Continuità di azione della Conferenza permanente tra una convocazione e l’altra; partecipazione formale del CGIE alla Conferenza Stato – Regioni; revisione e integrazione delle forme di rappresentanza degli italiani all’estero; potenziamento del Sistema Paese. Sono questi gli obiettivi prioritari emersi al termine della quarta plenaria della Conferenza permanente Stato-Regioni-Province autonome-Cgie e riassunti nel documento finale firmato il 17 dicembre a Roma.

In tre giorni (dal 15 al 17 dicembre) si sono riuniti rappresentanti di tutte le istituzioni per fare il punto sulla situazione della comunità degli italiani all’estero, alla luce dei cambiamenti intercorsi nei 12 anni trascorsi dalla precedente plenaria. In questo periodo l’incremento percentuale dei nostri connazionali iscritti nei registri consolari è stato del 40% e attualmente, afferma il ministro degli Esteri Luigi di Maio “sono circa 6 milioni, rappresentano la 21esima regione d’Italia e sono parte integrante dell’Italia, un patrimonio di risorse unico che la Farnesina continuerà a sostenere contando sul lavoro quotidiano della rete diplomatica”.

La necessità di questo evento era sentita da tutti i partecipanti, tanto che lo stesso presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo messaggio in apertura dei lavori, ha affermato come questa sia “un’occasione troppo a lungo posticipata e ora finalmente possibile che deve riaprire un percorso di continuità per assicurare il dialogo tra enti locali e i rappresentanti degli italiani nel mondo”.

Durante queste giornate, molti sono stati i relatori ad aver arricchito i lavori del proprio punto di vista. Tra i vari temi affrontati vi è quello del turismo delle radici, la cui importanza è stata più volte sottolineata anche dai ministri Di Maio e Garavaglia; quest’ultimo ha specificato come “gli italiani all’estero rappresentano la possibilità di riscoprire il nostro patrimonio non messo a reddito. È normale che degli stranieri, quando vengono nel nostro paese, vadano a Venezia o Roma. Sono le radici che consentono di riscoprire l’Italia meno conosciuta”.

L’assemblea si è anche interrogata sui metodi per riattrarre tutti quei professionisti che lavorano all’estero. Sul punto, il sottosegretario di Stato al ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Benedetto Della Vedova, ha ribadito le possibilità derivanti dal Pnrr: “Abbiamo una grande occasione, che comporterà uno sforzo progettuale molto rilevante. Questo sforzo potrebbe essere un’opportunità per riattrarre in Italia i nostri professionisti emigrati. Stiamo lavorando per comunicare agli italiani all’estero questa possibilità”. Il Segretario generale CGIE Michele Schiavone ha concluso i lavori rallegrandosi di come “con la Conferenza permanente gli Italiani che vivono nel mondo hanno ritrovato una centralità e un riconoscimento nelle istituzioni italiane”. (9 Colonne)

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