Gli Stati Generali della lingua italiana nel mondo rappresentano il principale appuntamento istituzionale dedicato alla diffusione della nostra lingua e alla definizione delle strategie per la sua valorizzazione a livello internazionale.
Un’iniziativa che quest’anno si è allargata alla creatività e innovazione, divenendo Stati Generali della Lingua e Creatività Italiane nel Mondo e coinvolgendo assieme alle istituzioni i protagonisti della creatività italiana intesa tanto come mondo della cultura quanto dell’imprenditoria e del Made in Italy.
Ciò nella convinzione, ormai più volte ribadita dalla Farnesina, che cultura ed economia siano strettamente interconnesse e che la lingua italiana sia il primo veicolo di conoscenza e promozione all’estero del nostro Paese, della sua cultura, dei suoi prodotti e dei suoi valori.
Lo hanno ribadito questa mattina alla Farnesina, dopo l’intervento di apertura del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, i ministri e i rappresentanti del Maeci intervenuti nella “sezione istituzionale” che ha preceduto i tavoli tematici di lavoro.
Il primo a prendere la parola è stato il segretario generale della Farnesina Ettore Sequi. “La diffusione della lingua italiana nel mondo è una componente fondamentale del nostro lavoro” ed è un “formidabile veicolo di promozione culturale e economica”. La lingua, in altre parole, “non è solo uno strumento comunicativo, ma esprime l’identità di una comunità disseminandone i valori”. L’Umanesimo, l’arte, la manifattura rappresentano un “retaggio ineguagliabile” ed un “prestigio” che va rafforzato sino a farne le “fondamenta del nostro futuro”, ha proseguito Sequi, per il quale il Rinascimento non è ascrivibile ad una sola epoca storica, ma indica per la Farnesina “il contributo che l’Italia intende dare in ogni epoca storica”.
Oggi come ieri l’italiano va pensato come “lingua dell’innovazione” e della “creatività”, guardando al futuro, “al domani” e “soprattutto alle nuove generazioni”. In quest’ottica la Farnesina si sta muovendo, dotandosi di “nuove linee operative” e di una “riorganizzazione” che renda il Ministero “sempre più dinamico”: per questo, ha annunciato il segretario generale, presto sarà attiva la nuova Direzione Generale della Diplomazia Pubblica e Culturale, il cui obiettivo sarà quello di “espandere influenza dell’Italia attraverso la sua cultura”, “forti anche dei nostri Istituti Italiani di Cultura, delle scuole italiane all’estero e delle missioni archeologiche”, che si punta a potenziare. Come pure si vuol fare a livello di “capacità di analisi” e di “comunicazione”, affinché diventino più “efficaci e digitalizzate”.
Gli Stati Generali servono anche a questo: a “prendere in esame la situazione” e “tracciare insieme un nuova linea di azione”, individuando “priorità e indirizzi di intervento”. Lo ha sottolineato, prendendo la parola, il ministro degli Affari Esteri, Luigi Di Maio, che ha ringraziato quanti hanno lavorato in questi mesi per arrivare ad oggi confrontandosi “con spirito critico” e lavorando “in squadra” “nell’interesse del Paese”. In particolare il MiC, con cui si è sviluppato un “rapporto eccezionale” improntato alla “comunità d’intenti”, che ha consentito in questi lunghi mesi di crisi pandemica uno “straordinario sforzo progettuale ed economico per sostenere l’internazionalizzazione del comparto culturale e creativo”.
Quanto agli Stati generali, si è inteso allargarne la portata alla “dimensione imprenditoriale”, nella convinzione che la “promozione integrata” del Paese debba coinvolgere le “diverse espressioni della creatività Made in Italy”, diffondendo nel mondo una “idea dell’Italia in cui ai punti di forza tradizionali si uniscano dinamicità, innovazione e tecnologia”, come l’esperienza di Dante700 ha dimostrato di recente.
“Un mondo fluido, interdipendente e interconnesso richiede soluzioni integrate” e il ministro Di Maio è certo che “gli spunti operativi e le linee di azione contenute nel documento finale contribuiranno a potenziare la diffusione dell’italiano e rafforzarne il legame con le aree più dinamiche della nostra società”.
“La creatività è uno dei valori fondanti dell’Italia e del suo saper fare” ed è quello che la campagna di nation branding “beIT”, che pure Di Maio presenta oggi, intende spiegare: “un nuovo racconto dell’Italia nel mondo”, quello di un “Paese dinamico, appassionato e creativo, forte di una tradizione straordinaria, ma con lo sguardo rivolto al futuro, ricco di tanto e desideroso di affrontare le sfide del domani”, ha concluso il ministro.
Per il ministro della Cultura, Dario Franceschini, “molto giusta” è stata “l’intuizione di unire cultura e creatività” in questa giornata. Nel mondo è ormai “riconosciuta la leadership sostanziale dell’Italia sui temi della cultura”, ha detto Franceschini sottolineando il successo del G20 della Cultura che l’Italia ha promosso e ospitato quest’anno e che diverrà “permanente” anche in occasione dei futuri incontri del G20.
Ancora una volta “un segnale importante” del “ruolo che la cultura e la creatività italiane hanno nel mondo”. D’altra parte, ha osservato il ministro, l’Italia è l’unico Paese ad avere tra i principi fondamentali della propria carta costituzionale la “tutela del patrimonio storico-artistico della nazionale e del paesaggio”.
“Al dovere costituzionale, si accompagna la consapevolezza che investire in cultura è oggi necessario”, ha continuato Franceschini. Per questo il MiC ha di recente istituito la Direzione Generale della Creatività Contemporanea, “nella consapevolezza dei tanti giovani talenti che si fanno apprezzare oggi nel mondo”.
Occorre sfruttare anche le “potenzialità infinite della rete”, ha aggiunto il ministro, che, infine, sottolineando la collaborazione fattiva con la Farnesina – vedi i premi per la traduzione, i fondi per la promozione del cinema e dello spettacolo, l’Italian Design Day e Dante700 – ha invitato a “investire sempre di più in questa rete straordinaria che sono gli Istituti Italiani di Cultura”: una “porta straordinaria” di ingresso nella cultura italiana.
Il ministro dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, ha affidato il suo contributo ad un videomessaggio nel quale ha evidenziato quanto il tema della creatività sia “strettamente legato al tema della formazione superiore”. Di cui rappresenta un “volano incredibile” e non solo a livello artistico: “ogni settore dello studio e della ricerca richiede una dose di creatività”, ha detto. Anche la mobilità dei nostri ricercatori è uno “strumento fondamentale” non solo per la loro crescita, ma anche per “la diffusione della nostra cultura scientifica e artistica”.
Il tema degli Stati generali, “L’italiano di domani”, ha proseguito Messa, “richiama una visione prospettica verso il futuro delle lingue nazionali in un contesto globale”. Per quella italiana, in occasione delle celebrazioni della Giornata internazionale della lingua madre 2021, che, istituita dall’Unesco, si celebra ogni anno il 21 febbraio, “è emersa la necessità di certificazione linguistica condivisa” tra MUR, MAECI e Dante Alighieri: sarebbe “un importante segnale di credibilità del nostro Paese a livello internazionale”, ha osservato il ministro.
Infine per Messa gli Stati Generali rappresentano anche una “occasione per ribadire la necessità di valorizzazione all’estero il sistema universitario italiano” ed insieme ad esso quello “superiore”, considerando non solo che “le arti e la musica usano l’italiano come lingua franca” in tutto il mondo, ma anche il “legame forte tra lingua italiana e sistema produttivo” innescato dal prestigio del Made in Italy nel mondo.
A chiudere il segmento istituzionale dei lavori è intervenuto il direttore generale per la Promozione del Sistema Paese della Farnesina, Lorenzo Angeloni, che pure ha parlato di “approccio inclusivo e collaborativo” per promuovere l’Italia nel mondo.
“Gli Stati generali offrono un canale di dialogo” privilegiato fra i vari “attori che proiettano l’Italia nel mondo”: le istituzioni, “il cui operato è fondamentale”, ma anche il mondo dell’arte, delle aziende, della ricerca e della formazione, che rappresentano le “infinite” dimensioni della creatività italiana.
La Farnesina, ha aggiunto Angeloni, punta ormai da tempo ad una “promozione integrata” che ben si sposa con l’intento di offrire una “narrazione multidimensionale del Paese per sostenerne la crescita”, proponendo all’estero una immagine “aggiornata e contemporanea” dell’Italia.
Il nostro “soft power” è fatto di tradizione e contemporaneità, che insieme rappresentano quel “patrimonio di eccellenza” unico, da “veicolare all’estero”, elevando così “l’indice di reputazione del nostro Paese nel mondo” e rendendolo sempre più decisivo nelle grandi sfide internazionali. (r.aronica\aise)
Be the first to comment