Primi passi di cambiamento per l’editoria italiana all’estero

Dopo le interrogazioni parlamentari degli onorevoli Porta (PD) alla Camera e Menia (FdI) al Senato, si intravedono passi avanti sul delicato tema della stampa italiana all’estero con un emendamento al decreto Asset a firma Borghese (MAIE) e Giacobbe (PD) recante ‘Misure urgenti relative ai requisiti di accesso al contributo’. 

La proposta, che vede i due eletti all’estero come firmatari, riapre la discussione sulla questione dei contributi all’editoria italiana nel mondo e propone di ricostituire presso il Dipartimento per l’informazione e l’editoria la commissione incaricata di attestare la sussistenza dei requisiti di accesso ai contributi per la stampa italiana all’estero. 

In più, l’emendamento propone il superamento delle attestazioni del capo dell’ufficio consolare italiano di prima categoria e delinea il parere espresso dai Comites limitatamente all’aspetto legato alla “diffusione” della testata.

Sempre nell’ambito dello stesso iter normativo, i Senatori Manca (PD) e Damiani (FI) hanno proposto un secondo emendamento al decreto Asset per cancellare la norma liberticida che azzererà, dopo averli progressivamente ridotti, i contributi all’editoria. 

Damiani, in un’intervista rilasciata ai media, ha dichiarato che “con un emendamento al decreto Asset, ho proposto di riformare la norma Crimi sul finanziamento pubblico all’editoria, contenuta nella legge di Bilancio 2019, che prevedeva il taglio progressivo dei contributi fino ad azzerarli”.

“Oggi è urgente sostenere il settore, soprattutto le testate locali, affinché sia garantita la pluralità dell’informazione e quindi la democrazia. Per questo è indispensabile la riforma organica a cui sta lavorando il sottosegretario all’Editoria Alberto Barachini e il mio emendamento va in questa direzione.” 

“L’auspicio – ha concluso il senatore di Forza Italia – è che grazie al sostegno pubblico si aiuti il settore ad uscire dalla crisi e si assicurino il pluralismo e l’informazione di qualità”.

Benché entrambi le proposte siano tra gli oltre 110 emendamenti dichiarati ‘improponibili’ ai sensi del regolamento del Senato in quanto estranei alla materia in discussione, tra gli eletti all’estero si conta di poter riproporre un correttivo alle criticità riscontrate nella legge Crimi in occasione della finanziaria in arrivo in parlamento entro fine anno.

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