Cosa significa essere una donna in marina?
Per me, essere una donna in marina è una sfida enorme, ma allo stesso tempo un’opportunità straordinaria.
Certo, è un percorso che richiede molto impegno, sia fisicamente che mentalmente, ma negli ultimi anni ho visto un cambiamento importante nelle forze armate.
La parità tra uomini e donne non è più solo un concetto, è una realtà concreta che vivo ogni giorno. Oggi non c’è davvero alcuna differenza: svolgiamo le stesse mansioni, abbiamo gli stessi requisiti e siamo valutati con gli stessi standard, senza distinzioni di genere.
Questo cambiamento ha creato un ambiente in cui ciò che conta è la competenza e l’impegno, non il fatto di essere uomo o donna. In marina, lavoriamo tutti insieme, fianco a fianco, affrontando le sfide della vita a bordo e delle missioni con disciplina e resilienza.
Mi sento orgogliosa di far parte di un’istituzione che in passato era considerata un “mondo di uomini”, ma che oggi è molto più inclusiva.
Ogni giorno dimostro, insieme a molte altre donne, che siamo più che all’altezza di questo compito e che possiamo contribuire con le nostre capacità e competenze.
Per me, essere una donna in marina significa essere parte di questa evoluzione, contribuire a una visione moderna delle forze armate, dove la diversità è un valore aggiunto e dove ognuno può realizzare i propri sogni.
Parlando di sfide, come è nato il suo amore per il mare e, in particolare, per le forze armate?
Beh, vivendo a Napoli, una città di mare, il legame con l’acqua è stato naturale. I miei genitori mi portavano sempre al mare, e fin da piccola mi è piaciuto nuotare. È iniziato tutto come una semplice passione per il mare. Per quanto riguarda le forze armate, mio padre è un forestale, e da piccola lo vedevo partecipare alla parata del 2 giugno in televisione.
Non potevo assistere dal vivo perché ero troppo piccola, ma ogni volta che lo vedevo in quell’uniforme, sognavo di entrare anch’io nelle forze armate. E così, crescendo, ho potuto realizzare quel sogno.
Il mio percorso è iniziato molto presto. Ho frequentato la scuola militare aeronautica Giulio Douhet, dove ho completato il liceo insieme alla formazione militare.
Dopo, ho continuato con l’Accademia navale, che ho frequentato per cinque anni. La mia prima assegnazione operativa è stata proprio a bordo della Amerigo Vespucci nell’aprile del 2022.
La Vespucci non è solo una nave scuola, è un simbolo dell’Italia nel mondo. Ovunque andiamo, l’accoglienza è sempre entusiasta, e rappresentare il nostro Paese a bordo di una nave così prestigiosa è un’esperienza che non dimenticherò mai.
E parlando del futuro, quali sono i suoi obiettivi professionali? Ha già qualche missione o incarico
in programma?
Per me, il futuro è pieno di sfide entusiasmanti e nuove opportunità. Tra gli obiettivi che mi sono prefissata, quello più vicino è la specializzazione in mine e contromisure mine, che inizierò a gennaio. So che sarà un percorso impegnativo, perché è una formazione molto tecnica e complessa, che richiede precisione, capacità di analisi e una comprensione profonda delle operazioni di sicurezza navale.
Vedo questa specializzazione come una grande sfida personale. Non si tratta solo di imparare nuove competenze, ma anche di assumere una responsabilità importante, poiché il lavoro con le mine marine è delicato e cruciale per la sicurezza di tutti. Sono determinata a dare il massimo, perché so che questo percorso mi permetterà di crescere professionalmente e di contribuire in modo significativo alle missioni future della marina.
C’è qualcosa che vorrebbe direai giovani che stanno pensando di intraprendere una carriera nella marina o in generale nelle forze armate?
Direi loro di non avere paura delle sfide. La marina e le forze armate in generale offrono opportunità straordinarie per crescere, non solo professionalmente, ma anche come persone. È un ambiente che richiede disciplina e dedizione, ma allo stesso tempo regala esperienze uniche. Soprattutto alle giovani donne, vorrei dire che nulla è precluso: se avete una passione, seguitela con determinazione. Il mondo delle forze armate è sempre più aperto e inclusivo, e c’è spazio per tutti.