Melbourne ricorda Celeste Manno

Decine di persone si sono riunite solennemente sulle scalinate del parlamento del Victoria per commemorare la vita di Celeste Manno, una giovane di ventitré anni brutalmente assassinata nella sua casa di Mernda, nel nord di Melbourne, nell’ormai lontano novembre 2020.

La veglia ha visto la partecipazione dei genitori, dei fratelli e di altri cari, tutti uniti per rendere omaggio alla giovane e mettere in evidenza l’indelebile impatto della sua perdita. Con emozione, hanno steso un’enorme bandiera che riportava i nomi di oltre 1000 donne e bambini che hanno perso la vita in circostanze simili, un’opera d’arte denominata “La Petizione Perduta” realizzata da Dans Bain.

Mentre i partecipanti sedevano in silenzio, i nomi e le età delle vittime venivano letti con profonda commozione. Una petizione su Change.org, firmata da più di 32.000 persone in onore di Celeste Manno, chiede con forza al governo del Victoria di intensificare gli sforzi per proteggere le vittime di stalking. Un uomo, sospettato di essere l’ex collega responsabile delle persecuzioni, è stato arrestato e il suo caso è ora in corso nei tribunali vittoriani.

Celeste Manno, una giovane di 24 anni, ha subito un atroce omicidio a coltellate nella sua stessa casa a Melbourne. La sua storia è intrisa di mesi di persecuzione da parte di un ex collega, una trama che ha inizio sul luogo di lavoro, quando Celeste, con un semplice atto di gentilezza, aveva accompagnato l’uomo fuori dall’edificio dopo che era stato licenziato per cattiva condotta.

La comunità è rimasta profondamente colpita da questa tragedia e le forze dell’ordine hanno catturato un uomo di 35 anni, che attualmente si trova in custodia, ritenuto il responsabile delle persecuzioni. Il padre di Celeste, Tony Manno, ha espresso il suo disappunto riguardo al sistema che, a suo dire, ha fallito la figlia: “Il sistema l’ha delusa. Hanno deluso mia figlia. Deve essere cambiato.”

Celeste ha dovuto sopportare mesi di tormento prima della sua tragica fine, come riferito dalla sua famiglia ai media. Continui atti di stalking telefonico l’hanno costretta a cambiare il suo numero di telefono quasi ogni settimana, mentre online ha dovuto chiudere numerosi account a causa dei molti profili falsi creati dallo stalker. Quest’uomo, senza tregua, le inviava messaggi espliciti, violenti e minacciosi.

Il loro tragico incontro è avvenuto sul luogo di lavoro, un call center in cui la giovane neolaureata ricopriva il ruolo di team leader. Secondo quanto raccontato dalla famiglia, Celeste aveva semplicemente dimostrato gentilezza accompagnando l’ex collega fuori dall’edificio dopo il suo licenziamento. Questo semplice atto di gentilezza sembra essere stato il punto di innesco dell’ossessione. Il collega ha iniziato a contattarla su Instagram, inizialmente in modo pacifico, ma poi è diventato ossessivo. Celeste ha dovuto bloccarlo, ma è stato in quel momento che l’uomo ha creato centinaia di account falsi online, intensificando la sua pericolosa persecuzione.

La tragica storia di Celeste Manno, una giovane donna le cui azioni gentili sono state distorte in un incubo di stalking e violenza, solleva questioni cruciali sulla necessità di riformare il sistema di protezione delle vittime e prevenire tragedie simili in futuro.

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