di Redazione
Se vivete a Melbourne e pensate che “tanto il nostro Comune funziona bene”, è il momento di ricredervi. Secondo quanto denunciato dal gruppo attivista Council Watch Victoria Inc., negli ultimi dieci anni il sistema dei governi locali è stato ripetutamente scosso da scandali, interventi statali e fallimenti costosi.
In tutto lo stato del Victoria, dai quartieri centrali alle zone rurali, i consigli comunali sembrano incastrati in un copione che si ripete: accuse, interventi dello Stato, decisioni poco trasparenti e una fiducia pubblica sempre più fragile. Il problema non è circoscritto a poche amministrazioni isolate, ma appare strutturale, radicato in pratiche di gestione opache e in un senso di impunità che pare aver contagiato più di un ente locale.
Non si tratta della “solita mela marcia”. È un sistema che, anno dopo anno, produce le stesse notizie: riunioni a porte chiuse, scelte discutibili, progetti milionari che si arenano e, quando tutto crolla, il Governo statale che interviene per rimettere ordine.
Basta guardare il caso di Casey: sciolto nel 2020 dopo l’inchiesta IBAC su presunta corruzione urbanistica, oggi torna al centro delle polemiche per aver escluso i cittadini dalle sedute pubbliche. A Wyndham, un progetto informatico ha bruciato fino a 70 milioni di dollari prima di essere abbandonato, senza mai un’indagine indipendente. A Moira, una cultura lavorativa tossica è stata collegata alla tragica uccisione di un dirigente.
E gli esempi continuano: da Kingston a Stonnington, da Port Phillip a Greater Dandenong, si moltiplicano le accuse – conflitti di interesse su fondi pubblici, appalti opachi, regali e favori da club sportivi o fornitori. In alcuni casi, le amministrazioni hanno persino premiato dirigenti dimissionari con liquidazioni generose, alimentando la rabbia dei cittadini. Anche quando nulla viene provato in tribunale, l’effetto sull’opinione pubblica è devastante: cresce il sospetto che la politica locale giochi con regole proprie, lontane dalla trasparenza promessa.
L’intervento dello Stato, un tempo misura estrema, è ormai ordinaria amministrazione. Negli ultimi trent’anni, più di una dozzina di consigli sono stati sospesi, sciolti o commissariati – alcuni più di una volta. Un primato negativo in Australia.
Il passaggio del Local Government Act 2020 prometteva la più grande riforma degli ultimi trent’anni. Il risultato? Consigli più spavaldi, meno trasparenti e cittadini sempre più insoddisfatti. Persino l’Ufficio del Revisore Generale suggerisce di tornare alle regole più rigide del 1989.
Qualcosa deve cambiare. Perché oggi, nel governo locale del Victoria, la disfunzione non è l’eccezione: è diventata la regola. E a pagare, ogni anno, non sarebbero sindaci o dirigenti, ma i contribuenti.
