A proposito di Giorgio Napolitano

Si deve sempre avere rispetto per la memoria di tutti e quindi censuro assolutamente il tono e gli attacchi pesanti alla memoria del Presidente Napolitano apparsi sui social e negli stadi. Bene ha fatto, ad esempio, il giudice sportivo a multare di 5.000 euro i tifosi all’ Olimpico perché – con totale mancanza di rispetto – nel minuto di silenzio in Sua memoria le curve hanno intonato la canzone “I ragazzi di Buda” dedicato ai giovani di Budapest uccisi dai sovietici nel 1956.

Proprio questo episodio, però, sottolinea come il giudizio storico e politico su Giorgio Napolitano non possa essere solo magniloquente ed assolutorio. Quell’invasione Napolitano, da buon comunista osservante, l’aveva infatti allora approvata e condivisa e non mi risulta si sia mai pentito per questo.

Era stato infatti un comunista DOC, ma dopo il 1944 perché prima – anche questo aspetto è stato poco ricordato – era invece esponente dei GUF (Gruppi Universitari fascisti) quando certo l’adesione non era obbligatoria.

A questo proposito ho fisso nella mente un episodio quando – da Presidente della Repubblica – commemorando i paracadutisti della “Folgore” sacrificatisi ad El Alamein, Napolitano ne ricordò il valore, ma sottolineando che difendevano comunque una dittatura e che – insomma – erano morti “dalla parte sbagliata”. Quei paracadutisti morirono nel 1942, lo stesso anno in cui Napolitano era fascista dichiarato nel GUF: mentre parlava, non c’era in Lui un po’ di ipocrisia?

A proposito di Ungheria, invece, ancora due mesi dopo l’invasione e nonostante i morti per le strade e gli arrestati, Napolitano giustificava l’intervento militare sovietico all’ VIII congresso del Partito Comunista scagliandosi con veemenza contro chi era uscito per protesta dal PCI (come Giolitti) con frasi pesanti che – lette negli anni successivi – andrebbero meditate.

Anche su “mani pulite” fu feroce contro Craxi eppure “non poteva non sapere” delle tangenti e sovvenzioni pagate per decenni da Mosca ai vertici del PCI.

Anche questa è storia e sono scelte che il Presidente Napolitano non ha mai rinnegato e nessuno gli ha chiesto di farlo. Per questo, da deputato, NON lo votai come Presidente della Repubblica e – se rispetto oggi la Sua memoria – non posso però dimenticare anche questi aspetti della Sua vita. (Marco Zacchera)

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