Giangi Cretti, rieletto presidente della Commissione I ‘Informazione e Comunicazione’ del CGIE è tornato a parlare in merito alla concessione dei contributi per l’editoria e la creazione di un sistema più giusto, che ponga Comites e diplomatici di fronte alle proprie responsabilità nell’interesse della verità e che non lasci spazio all’arbitrio incontrollato.
Le parole di Cretti assumono particolare rilevanza per l’Australia, dove il caso dei pareri negativi da parte del Comites di Sydney guidato dal Presidente Luigi Di Martino e del Console Generale Andrea De Felip sono stati portati all’attenzione del CGIE, della Farnesina ed della Presidenza del Consiglio. A Gente d’Italia, Cretti ha dichiarato che la Commissione che affiancava il Dipartimento per l’Editoria nella verifica dei requisiti delle testate che richiedevano contributi dovrebbe essere quanto prima riattivata.
“C’è più di una ragione. In primo luogo la Commissione non costa un centesimo allo stato, e perché è in grado di aiutare i funzionari del Dipartimento che stanno a Roma, che svolgono un lavoro molto preciso, ma che evidentemente è legato alle normative, direttive, fogli di carta, amministrazione, mentre le nostre realtà sui territori sono profondamente diverse e la Commissione ha proprio questa funzione, di attenzione al territorio, alle diversità che caratterizzano le realtà dove le nostre testate sono attive, che non sono tutte uguali, anche per quello che concerne l’amministrazione.”
La Commissione, composta da membri volontari senza compenso, sarebbe in grado di aiutare i funzionari del Dipartimento a comprendere meglio le realtà delle testate all’estero ed evitare che si lasci ai rancori e ai personalismi stravolgere il diritto di accesso ai contributi. Cretti sottolinea quindi che i pareri dei rappresentanti diplomatici e dei Comites non dovrebbero essere basati su convinzioni politiche o personali, ma dovrebbero essere oggettivi e verificare la presenza delle testate sul territorio e la distribuzione dei numeri.
Benché tali pareri non dovrebbero influenzare la decisione finale sui contributi e che la valutazione dovrebbe basarsi sulla presenza effettiva delle testate e non sulle opinioni soggettive, “alla fine diventano una sorta di alibi, pretesto intorno al quale si cerca di far valere il rifiuto di assegnazione dei contributi” come successo ad “Allora!” e a “Gente d’Italia”. Per il Presidente della Commissione I bisogna adesso intervenire per fare chiarezza riguardo al processo di valutazione delle testate e alla concessione dei contributi pubblici.
“Io credo che i pareri siano legittimi, ma devono essere oggettivi, senza mai essere lasciati alla discrezionalità delle proprie convinzioni politiche, orientamenti culturali, carattere, relazioni interpersonali che si vanno instaurando: questo non deve esistere. Il parere, ribadisco, deve essere oggettivo, in grado di dire che le testate ci sono, che sono presenti sul territorio e distribuite. Basta.” Purtroppo, le aspirazioni politiche di singoli consiglieri come accaduto a Sydney e a Montevideo sono alla base di un sistema suscettibile a ledere i diritti delle testate che dovrebbero invece beneficiare di un sistema basato sul diritto all’informazione.
Cretti sostiene inoltre che l’opinione personale di chi è tenuto invece a contribuire al volere della pubblica amministrazione non deve influenzare le decisioni, criticando il fatto che i Comites o altre parti possano esprimere pareri negativi basati solo sulle loro opinioni personali e sottolinea che le opinioni non devono essere un elemento decisionale. “I numeri della distribuzione sono certificati sui documenti richiesti dal Dipartimento, è suo compito la verifica. Non può essere, come purtroppo mi pare stia capitando, che ci siano Comites, o parte di essi, maggioranza o minoranza, che esprimano pareri negativi semplicemente sul fatto che dal loro punto di vista queste testate non svolgono un ruolo informativo adeguato… assolutamente no! Perché sappiamo perfettamente che si tratta di un parere personale, un’opinione, che può essere ovviamente espressa, ma mai trasformarsi in elemento di decisione.”
Cretti ha ricordato infine la necessità di una tutela autorevole per garantire che i contributi pubblici per le testate non siano preclusi da preferenze politiche o simpatie personali, auspicando la ricerca di un’interpretazione autentica per affrontare questa questione. “Perché, il contributo pubblico per le testate diventa fondamentale e non può essere precluso da simpatie, orientate da politici; è inaccettabile e per questo secondo me si deve in qualche modo avere una tutela autorevole.
E noi stiamo cercando di muoverci per ottenere un qualcosa che si possa definire come interpretazione autentica. E anche chi non è del settore e mette a confronto le testate che hanno ricevuto il contributo con quelle escluse, si rende conto che svolgono lo stesso lavoro, c’è chi lo fa meglio, chi peggio, ma affermare ad esempio che le tematiche non sono d’interesse…Chi lo stabilisce? Sarà solo il lettore a deciderlo. Credo che sarà importante fare chiarezza su questo ambito”.
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