Mi ero ripromesso di non parlare, di ignorare l’umiliazione alla nostra Bandiera, la Festa del Commercio anteposta a quella della Repubblica… ma come si fa a stare zitti davanti ad un simile spettacolo, specialmente quando dall’estero arrivano immagini di Celebrazioni con la “C” maiuscola, mentre a noi resta il “c” minuscolo…
“Il silenzio di chi tace davanti a un’ingiustizia è colpevole nella misura dell’ingiustizia stessa”.
A Sydney qualcuno ha pensato bene di onorare il commercio e gli aborigeni, due nobili cause che si mischiano come i cavoli a merenda. Se poi aggiungiamo che l’evento descritto dal Ministero degli Esteri come il “più importante evento dell’anno per la comunità Italiana nel mondo”, non ci sono parole per esprimere la delusione dell’interpretazione ministeriale.
Non so chi sia il regista di quest’evento accessibile solo per invito e raccontato malamente da un filmato traballante pubblicato in rete, ma certamente da un esperto commerciale che è riuscito a farsi sponsorizzare un evento in un ambiente di Sydney piuttosto “caro”. Dopotutto nulla è troppo costoso quanto c’è di mezzo la reputazione dell’Italia.
Lo so quanto sia difficile fare sborsare un centesimo a queste ditte di cui era tappezzato il tabellone con i loghi in bella mostra. Strano comunque che in altre parti del mondo abbiano organizzato la Festa della Repubblica senza menzione di sponsor e, soprattutto, con feste degne di essere chiamate con quel nome. L’Ambasciata di Caracas ci ha inviato foto e filmati di un evento colossale dove sono stati ascoltati brani di Ennio Morricone, Nino Rota e Piero Piccioni
“Tra espressioni di amicizia e gioia, la comunità italo-venezuelana si è riunita nella Sala Simón Bolívar del Centro Nazionale di Azione Sociale per la Musica, a Caracas, per godersi una serata musicale che ha commemorato la più importante festa civile d’Italia e ne ha riaffermato i valori di democrazia, libertà, lavoro e uguaglianza”.
Mentre a Sydney solo una stretta cerchia di invitati ha partecipato alla serata del Commercio, a Caracas una massiccia partecipazione di persone alla prova generale aperta al pubblico, ha anticipato il successo della serata musicale. Entrambe le presentazioni sono state organizzate dall’Ambasciata d’Italia a Caracas rispettando i valori di cui si fregia l’Italia nel mondo: creatività, passione, famiglia, patrimonio, stile, innovazione e diversità”.
Viene spontaneo chiedersi perché il Sud America viene sempre trattato così bene, mentre noi dall’altra parte del mondo dobbiamo accontentarci di quello che “ci passa il convento?”
A noi poveri esclusi ci resta solo di continuare a fare domande al muro che c’è tra una parte della comunità e l’altra.
Onestamente non me ne frega niente di essere o non essere invitato, anzi, considerata l’età, a volte mi fanno un piacere a non invitarmi, ma mi intriga il fatto che, amici che normalmente non vanno a nessuno degli eventi organizzati dalla comunità, hanno prontamente risposto, onorati e felici all’invito e molto probabilmente hanno applaudito la lunghissima relazione polpettone a cui sono stati sottoposti.
Sono convinto di combattere una battaglia persa in partenza, ma la coscienza e l’amore per l’Italia me lo impongono. Non so quanto potrò ancora continuare ma ci provo. Non vorrei mandare tutto all’aria per quattro collusi che si credono i leader della comunità.
Da una comunità di quaquaraqua cosa posso pretendere? Probabilmente niente, anche perché stiamo combattendo contro persone politicamente ben protette, mentre a Sydney siamo quelli che non abbiamo il coraggio di protestare per non contraddire gli umori di chi si crede importante e siamo circondati da individui che, a parole dicono tanto, ma di fatto fanno a gomitate per farsi un selfie in prima fila.
“Qualsiasi idiota può essere obbediente, anzi solo gli idioti possono essere obbedienti, perché la disobbedienza richiede un’intelligenza di ordine leggermente superiore”.
Da noi la Festa del Commercio ad altri la Festa della Repubblica
Mi ero ripromesso di non parlare, di ignorare l’umiliazione alla nostra Bandiera, la Festa del Commercio anteposta a quella della Repubblica… ma come si fa a stare zitti davanti ad un simile spettacolo, specialmente quando dall’estero arrivano immagini di Celebrazioni con la “C” maiuscola, mentre a noi resta il “c” minuscolo…
“Il silenzio di chi tace davanti a un’ingiustizia è colpevole nella misura dell’ingiustizia stessa”.
A Sydney qualcuno ha pensato bene di onorare il commercio e gli aborigeni, due nobili cause che si mischiano come i cavoli a merenda. Se poi aggiungiamo che l’evento descritto dal Ministero degli Esteri come il “più importante evento dell’anno per la comunità Italiana nel mondo”, non ci sono parole per esprimere la delusione dell’interpretazione ministeriale.
Non so chi sia il regista di quest’evento accessibile solo per invito e raccontato malamente da un filmato traballante pubblicato in rete, ma certamente da un esperto commerciale che è riuscito a farsi sponsorizzare un evento in un ambiente di Sydney piuttosto “caro”. Dopotutto nulla è troppo costoso quanto c’è di mezzo la reputazione dell’Italia.
Lo so quanto sia difficile fare sborsare un centesimo a queste ditte di cui era tappezzato il tabellone con i loghi in bella mostra. Strano comunque che in altre parti del mondo abbiano organizzato la Festa della Repubblica senza menzione di sponsor e, soprattutto, con feste degne di essere chiamate con quel nome. L’Ambasciata di Caracas ci ha inviato foto e filmati di un evento colossale dove sono stati ascoltati brani di Ennio Morricone, Nino Rota e Piero Piccioni
“Tra espressioni di amicizia e gioia, la comunità italo-venezuelana si è riunita nella Sala Simón Bolívar del Centro Nazionale di Azione Sociale per la Musica, a Caracas, per godersi una serata musicale che ha commemorato la più importante festa civile d’Italia e ne ha riaffermato i valori di democrazia, libertà, lavoro e uguaglianza”.
Mentre a Sydney solo una stretta cerchia di invitati ha partecipato alla serata del Commercio, a Caracas una massiccia partecipazione di persone alla prova generale aperta al pubblico, ha anticipato il successo della serata musicale. Entrambe le presentazioni sono state organizzate dall’Ambasciata d’Italia a Caracas rispettando i valori di cui si fregia l’Italia nel mondo: creatività, passione, famiglia, patrimonio, stile, innovazione e diversità”.
Viene spontaneo chiedersi perché il Sud America viene sempre trattato così bene, mentre noi dall’altra parte del mondo dobbiamo accontentarci di quello che “ci passa il convento?”
A noi poveri esclusi ci resta solo di continuare a fare domande al muro che c’è tra una parte della comunità e l’altra.
Onestamente non me ne frega niente di essere o non essere invitato, anzi, considerata l’età, a volte mi fanno un piacere a non invitarmi, ma mi intriga il fatto che, amici che normalmente non vanno a nessuno degli eventi organizzati dalla comunità, hanno prontamente risposto, onorati e felici all’invito e molto probabilmente hanno applaudito la lunghissima relazione polpettone a cui sono stati sottoposti.
Sono convinto di combattere una battaglia persa in partenza, ma la coscienza e l’amore per l’Italia me lo impongono. Non so quanto potrò ancora continuare ma ci provo. Non vorrei mandare tutto all’aria per quattro collusi che si credono i leader della comunità.
Da una comunità di quaquaraqua cosa posso pretendere? Probabilmente niente, anche perché stiamo combattendo contro persone politicamente ben protette, mentre a Sydney siamo quelli che non abbiamo il coraggio di protestare per non contraddire gli umori di chi si crede importante e siamo circondati da individui che, a parole dicono tanto, ma di fatto fanno a gomitate per farsi un selfie in prima fila.
“Qualsiasi idiota può essere obbediente, anzi solo gli idioti possono essere obbedienti, perché la disobbedienza richiede un’intelligenza di ordine leggermente superiore”.
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