Per distruggere l’umanità bastano e avanzano una cinquantina di bombe termonucleari. Dette familiarmente bombe atomiche. Però nel mondo le atomiche non sono cinquanta. Sono quindicimila.
La domanda, dunque, è questa: se per annientare il nemico e anche l’amico bastano cinquanta atomiche, perché ne abbiamo costruite quindicimila?
Una risposta razionale non esiste. Nemmeno la più cinica logica di guerra può giustificare uno spreco così demente.
Se fossimo al bar vi direi: questa è la prova del fatto che siamo, come specie, non solamente malvagi. Siamo anche coglioni.
Ma se nel bar ci fosse uno psicoanalista potremmo fare un passetto in più: ci spiegherebbe che un accumulo così smisurato è una forma di collezionismo. Il collezionismo è studiato, in psicoanalisi, tra le perversioni.
I collezionisti più accaniti sono i russi e gli americani, ne hanno molte migliaia. Seguono Cina e Francia, circa trecento a testa. Dilettanti.
Hanno l’atomica anche India, Pakistan, Gran Bretagna, Israele e Corea del Nord. Nove paesi in tutto. Democrazie e dittature unite nella lotta al buon senso. L’Italia non dispone di atomiche in proprio, ma ne ha una settantina, diciamo così, in affido, nelle basi Nato sul nostro territorio. Non le abbiamo fatte noi, ma le curiamo come se fossero nostri figli.
Nel diritto internazionale ci sono parecchie armi messe al bando. Sono le armi biologiche, le armi chimiche, le mine antiuomo, le bombe a grappolo.
Poi le si usa lo stesso, si sa, ma almeno formalmente sarebbe vietato farlo. La bomba atomica, no. Non è al bando.
L’Onu, da quando è nata, ci ha provato, a mettere al bando la bomba, anche pochi anni fa, nel 2016. Quali sono i 37 paesi che nel 2016 hanno votato contro il disarmo nucleare? E’ così banale che quasi mi vergogno a dirlo: sono i paesi che hanno l’atomica, più i loro alleati militari. Compresa l’Italia, che nel 2016 ha votato contro il piano internazionale di messa al bando.
Nel 1955 Albert Einstein e Bertrand Russel scrissero un appello per il disarmo firmato da una decina di premi Nobel. Diceva: “Vi chiediamo, se vi riesce, di mettere da parte le vostre opinioni e ragionare semplicemente in quanto membri di una specie biologica che rischia di estinguersi”.
La parola più audace, più utopistica, nella frase che vi ho appena letto, è l’uso del verbo “ragionare”. Non credo sia alla nostra portata. (Michele Serra)
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