Dimenticatevi la cittadinanza

Ormai, per noi italiani all’estero, la cittadinanza – diventata una barzelletta da raccontare agli amici, magari davanti a una buona pizza napoletana. Al di là di ciò, questa parola magica serve solo al politico di turno per raccogliere qualche voto dagli ingenui. Non intendo entrare nel merito delle discussioni politiche locali, di cui ho già parlato in centinaia di articoli. Vi invito a consultare il nostro archivio per rinfrescare la memoria.

Durante la Festa dell’Economia, presso il palazzo della Regione Lombardia, il viceministro e ministro degli Esteri, il dicastero che si occupa anche degli italiani all’estero, ha annunciato (o meglio, già dichiarato in precedenza) di aver presentato una proposta di legge sulla cittadinanza per gli extracomunitari in Italia, in particolare per i loro figli. In passato si parlava dello “Ius Scholae”, ora Forza Italia lancia lo “Ius Italiae”. Sembra più uno slogan elettorale che una vera proposta.

Durante la festa della Lega a Pontida, alcuni giovani hanno espresso disaccordo su questo tema divisivo. 

Le schermaglie politiche sono inevitabili, basta leggere le proposte di Forza Italia avanzate da Maurizio Gasparri e Paolo Barelli, che hanno parlato durante l’evento. I tre punti chiave sono:

Lo straniero nato in Italia, o arrivato entro il quinto anno di età, e che risiede ininterrottamente in Italia per dieci anni, frequentando e superando con profitto la scuola dell’obbligo (elementari, medie e superiori), può ottenere la cittadinanza italiana a 16 anni. Se il genitore non fa richiesta, il ragazzo potrà chiedere la cittadinanza al compimento dei 18 anni.

Si riduce la possibilità di trasmettere la cittadinanza per ius sanguinis. Oggi – possibile ricostruire una discendenza dal 1861, anno dell’Unità d’Italia. 

Con la nuova proposta, la trasmissione della cittadinanza sarà interrotta se genitori, nonni e bisnonni sono nati all’estero, ma solo per i nati dopo l’entrata in vigore della legge. L’obiettivo – evitare truffe: la cittadinanza non deve diventare un business né uno strumento per ottenere un passaporto comunitario.

I Comuni, soprattutto quelli più piccoli, potranno aumentare il contributo per gli oriundi da 300 a 600 euro, con un anno di tempo per smaltire le pratiche in sospeso. 

Anche i Consolati potranno aumentare il costo per la documentazione a 600 euro, per combattere le cittadinanze fasulle e promuovere la legalità.

Se questo – il disegno di legge che Forza Italia porterà in aula, chi – in attesa della cittadinanza può scordarsela. Il Partito Democratico, che ha governato per oltre un decennio, non – riuscito a risolvere la questione; come potrebbe farcela l’attuale governo di centrodestra? Oltre ai candidati che, durante le campagne elettorali, ripetono sempre le stesse promesse, nessuno, neppure dall’opposizione, ha espresso un’opinione su questa proposta. Eppure, sono sempre pronti a pubblicare foto e comunicati durante i loro viaggi – pagati con i nostri soldi – per parlare di italiani all’estero. Ambasciatori, noi?

Capisco che in Italia ci sia un problema di immigrazione. Se non siamo in grado di risolverlo, forse dovremmo farci aiutare dai nostri amici australiani, che hanno molto da insegnarci in materia.

La cittadinanza – un tema complesso, ma non dovrebbe essere ridotto a una battaglia politica. Io sono per l’inclusione e credo che sia giusto riconoscere la cittadinanza a un ragazzo che ha frequentato la scuola in Italia per anni e che conosce la Costituzione. 

Ma quanti tra i nostri parlamentari la conoscono davvero? E cosa facciamo, togliamo la cittadinanza a chi non conosce la Carta fondamentale della nostra Repubblica?

Mi vergogno di essere italiano, e ancor di più di essere italiano all’estero, rappresentato da questi personaggi che hanno contribuito a rovinare l’Italia. Non stupiamoci se gli italiani all’estero hanno raggiunto i sei milioni: i nostri giovani continueranno ad andarsene, e francamente, fanno bene!