Anno nuovo vita nuova?

Nemmeno per sogno! La vita è bella perché è varia, perché durante il camminino s’incontrano tante persone interessanti… e qualche cretino. Ma così va il mondo, che ci vuoi fare – direbbe Johnny Stecchino – È la natura.

Da parte nostra abbiamo deciso di continuare a lottare per una stampa libera e indipendente, anche se abbiamo la percezione che i burocrati italiani non sappiano cosa siano gli italiani all’estero.

Piaccia o no, siamo una realtà conosciuta nel Paese dove viviamo e abbiamo fatto apprezzare i prodotti italiani ai nostri vicini di casa. Siamo una realtà che diffonde notizie, dunque fa informazione, ma che è pure strumento per mantenere la lingua e la cultura italiana.

Forse c’è un disegno politico che vuole azzerare la voce democratica degli italiani all’estero. E sono proprio quelli che dovrebbero rappresentare gli italiani in questo Paese, quelli che dovrebbero difendere i diritti costituzionali degli italiani all’estero. Invece sono loro, quella schiera di collusi e incapaci che vogliono portare la loro dittatura fascista a casa mia, una dittatura dettata dall’incapacità di comprendere l’importanza di una stampa “diversa” una stampa “onesta” una stampa che si rifiuta di scrivere falsità e incensare incapaci patologici.

Noi continuiamo a lavorare, non c’è Natale, non c’è Capodanno, c’è solo la pagina bianca che va riempita. “Sono capaci tutti a fare un giornale” disse un emerito idiota a riguardo del rifiuto di finanziamento al nostro settimanale. Sì, forse, ma nel frattempo la stampa italiana all’estero muore. Sono sempre più le testate che chiudono, specie in versione cartacea, quella tradizionalmente letta.

Questo settimanale nasce dallo sforzo di volontari e di un imbecille che lavora fino a 18 ore al giorno, altrimenti “col cavolo” potremmo essere in edicola tutti i mercoledì.

Non abbiamo mai chiesto privilegi, ma esigiamo quello che ci spetta, avere lo stesso trattamento della stampa italiana in Italia, il riconoscimento del diritto soggettivo e chiediamo di partecipare alla riforma dell’editoria, anche come riconoscimento alla nostra passione e al nostro ruolo.

Anno nuovo vita nuova? Nemmeno per sogno!

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