Forse va bene così: proseguire per la strada vecchia invece di trovarne una nuova. Si continua ad andare avanti con la stessa sensazione di provvisorietà fino alle prossime elezioni del 2023… forse 2025 ma, sicuramente, prima del 2029. Anche perché fare un tris di Sergio Mattarella mi sembra piuttosto improbabile.
Non si può dire proprio una sorpresa, perché ormai vi abbiamo fatto il callo, tra promesse e minacce i partiti hanno perso l’ennesima occasione per dimostrare che veramente sanno quello che serve all’Italia. Alla fine hanno ripiegato su Mattarella, che nonostante avesse a più rispese sostenuto di “avere altri piani” comunque ha accettato l’incarico.
L’ipotesi Mattarella era cominciata con la dichiarazione del segretario della Lega, Salvini, accantonando quindi l’idea di una donna alla guida del Paese: “Gli italiani non meritano altri giorni di confusione” dimenticando di precisare che ora seguiranno anni di confusione, grazie alla sua incapacità di dialogare con Giorgia Meloni mentre Silvio Berlusconi, dal suo letto d’ospedale, aveva assicurato a sé stesso il suo sostegno e quello di Forza Italia. Soddisfatto anche il Pd che, in mancanza di avere Draghi al Quirinale, ha preferito lasciare il “suo uomo” al comando, consapevole che ora bisognerà lavorare per continuare a rimandare le elezioni, possibilmente all’infinito.
Ad essere onesti, non ci sono vincenti, ma solo sconfitti. La Sinistra ha perso perché non è riuscita a proporre un cambiamento, una soluzione, un accordo: divisi tra di loro e sempre più distanti dai “valori” della classe operaia.
La Destra ne esce sconfitta, grazie soprattutto all’incapacità di mettersi d’accordo su chi è il più bello del reame… e crede ancora che santo Berlusconi potesse salvare la baracca.
Alla fine applausi da “prima” alla Scala da parte dei proprietari delle poltrone che, così facendo, hanno assicurato la continuazione del loro mandato nonostante la palese incapacità ad eleggere un nuovo Presidente. Difficile capire come potranno governare un’Italia spossata da pandemia, debito, disoccupazione, proteste… Ma quello che conta è la loro poltrona e che “tutto deve cambiare per rimanere esattamente come prima” consapevoli che ciò fa comodo a molti, moltissimi che non saranno più eletti. Si sono assicurata la pensione, cosa che per il resto degli italiani si allontana vertiginosamente. E oggi c’è pure chi festeggia e inneggia all’ennesima vittoria politica… Si può scendere più in basso di così? Spero solo che il presidente Mattarella si svegli e dichiari sciolte le Camere, come da Costituzione. Sarebbe veramente una lezione di democrazia, ma dubito che le cose prenderanno tale piega.
A questo punto dico che la partita l’ha vinta l’arbitro!
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