Mancano ancora 24 mesi alle prossime elezioni politiche, ma il clima si sta già scaldando. Nella comunità italiana in Australia si rincorrono voci su chi saranno i candidati. Il dibattito, neanche a dirlo, è acceso.
Dal centrodestra trapela un cauto ottimismo: “Speriamo che vada meglio delle altre”, si sente dire. Da sempre, la destra fatica a trovare candidati radicati nel territorio, finendo per schierare all’ultimo minuto figure poco conosciute o “l’usato” da campagne precedenti, senza successo. Alcuni temono che anche nel 2027 si finirà per riesumare qualche “residuato bellico”.
Sul fronte del centrosinistra, si riflette su una possibile continuità. Si fanno infatti i nomi degli attuali parlamentari Francesco Giacobbe e Nicola Carè. C’è chi auspica una loro riconferma, in nome dell’esperienza e del lavoro già svolto. Tuttavia, per Giacobbe si porrebbe, secondo alcuni, la questione del terzo mandato, anche se la legislatura 2018-2022 si è conclusa prima della scadenza naturale.
Ma la vera novità – o per alcuni, lo spauracchio – è il nome di Luigi Di Martino, attuale presidente del Comites di Sydney, che secondo indiscrezioni sarebbe “già candidato” per il PD, insieme ad una “donna da Melbourne”. Una scelta che però rischia di spaccare ulteriormente la comunità. Di Martino è infatti una figura controversa per vie delle insensate decisioni di impedire i contributi a questo giornale, una gestione dubbia del Comites, ma soprattutto rimane discutibile un comportamento per alcuni ritenuto “lesivo” mentenendo uno strano rapporto con l’ex-Console Andrea De Felip. Proprio la natura pregiudizievole di questa commistione avrebbe contribuito, secondo diversi osservatori, al clima di “tensione, divisione e sospetto” che ancora oggi appare nocivo ad ampi settori della comunità italiana di Sydney.
I giochi non sono ancora fatti, ma come spesso accade, più che i programmi politici, sono i nomi a infiammare il dibattito.
