Questo “coccodrillo”, come si definisce nel gergo giornalistico un articolo commemorativo, già confezionato, sulla vita di un personaggio noto, al fine di pubblicarlo appena giunta la notizia della sua morte, l’ho scritto lo stesso giorno in cui mi venne comunicato che erano arrivate circa 700 domande di schede poco tempo prima della chiusura …
La prima cosa che mi venne in mente, fu “siete fregati”. Mi scuso per questo mio pessimismo ma, come diceva Andreotti, “a pensar male si fa peccato ma quasi sempre si indovina”.
Sicuramente le 700 schede in questione, giovani e forti, saranno controllate e, se necessario, distrutte. Vorrei sperare. Poi è iniziata la campagna elettorale, fatta di promesse inattuabili, accuse e contro accuse, litigi su Facebook e altro. Più passavano i giorni e più diventava ovvio che la pulce non avrebbe sconfitto l’elefante.
Ritengo che quei pochi elettori che si sono scomodati a votare abbiano fatta una scelta sbagliata, ma quasi sempre vince la maggioranza e quasi sempre la maggioranza non significa necessariamente qualità.
Ma siamo in democrazia e questo va accettato. La maggioranza ha preferito eleggere dei dimissionari infarciti da qualche novità… “new blood” come si dice da queste parti. L’esperienza verrà in seguito anche perché si sa bene chi hanno alle spalle. Non ce l’ha fatta Maurizio Aloisi, il presidente uscente che ha tenuto testa ad un console incavolato con il Comites per presunte chiacchiere messe in giro ad arte da qualche dimissionario, in passato. [Comunque non è detta l’ultima parola e restano ancora 700 buste da aprire. ndr]
Ha vinto chi rappresenta un partito politico italiano in forte calo, lasciato orfano per l’occasione anche dai suoi rappresentanti eletti che, durante la campagna elettorale e votazioni, hanno preferito essere in Italia. Ma veramente, per cosa li abbiamo eletti?
Per andare in Sardegna a parlare con nessuno e fare campagna elettorale in Calabria? Poi avranno anche il coraggio di lamentarsi ma, a mio parere, avrebbero dovuto essere qui perché eletti in questa giurisdizione. Presumo ci saranno festeggiamenti, soprattutto dalle parti di Leichhardt dove, nella chiesa locale, tutti in coro canteranno il Te Deum di Mozart.
Poi inizieranno i problemi di sempre, le liti di sempre, le dimissioni di sempre. Perché si sa, finita la festa, bisognerà cominciare a lavorare. Non sarà vita facile per chiunque venga eletto presidente di un’organizzazione che, francamente, non rappresenta nessuno se non il proprio egoismo.
La sconfitta palese è stata subita dal Governo Italiano che, nonostante da più parti esortato a lasciar perdere queste elezioni, ha voluto farle a tutti i costi…
Al costo di 9 milioni di euro, nonostante fosse ovvio a tutti che avrebbero votato in pochi o pochissimi. A Canberra, esempio lampante, hanno votato 29 persone… Ci sarebbe da ridere se non fosse da piangere, anche perché per presentare l’unica lista, erano necessarie 50 firme. Forse non hanno votato nemmeno i candidati stessi?
Be the first to comment