Dall’estrema costa occidentaledella Sicilia, dirigendosi verso la catena dei monti Nebrodi, si giunge a Cerami. Arroccato a circa 1000 metri d’altezza, oltre alla bellezza naturale del luogo, il paesino ha un legame importante con l’emigrazione italiana in Australia. Infatti, negli anni ’60, dal borgo partirono tanti emigranti che, nonostante la lontananza, non hanno dimenticato mai il loro luogo d’origine.
I Ceramesi, infatti, hanno duplicato le usanze e le loro tradizioni locali in Australia, formando tante associazioni religiose e culturali. Cerami, tra l’altro, ha dato i natali a diversi immigrati che, facendo fortuna, hanno tenuto sempre alto l’onore del paese d’origine: un amore che non si è mai affievolito e ancora oggi, nonostante lo scorrere dei decenni, la scintilla continua ad ardere per il paese natio in modo sempre forte e sincero. Ceramesi come Tony Noiosi, Tony Bonanno… hanno contribuito sempre a tenere alto l’orgoglio siciliano nella terra dei canguri.
Nelle prossime edizioni saranno pubblicate interviste ad esponenti del Comune di Cerami: il sindaco Silvestro Chiovetta, con l’amministratore Michele Grasso, il funzionario Mario Messina, il parroco don Basilio Agnello, diversi giovani tra studenti e lavoratori, l’ex dipendente della Regione Siciliana, Enzo La Fata.
Nell’introduzione del libro di Nino Schillaci “Cerami, antico paese dei Nebrodi” si legge una citazione di Cesare Pavese che descrive e narra l’amore profondo, il senso d’appartenenza e d’orgoglio di tale popolazione: “Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo e che anche quando non ci sei resta ad aspettarti”.
Cerami è, certamente, un bel paesino arroccato sulla roccia che guarda tutta la vallata, ma ciò che mi ha impressionato maggiormente è stata la gente, quella popolazione che, nelle sere d’estate, si riversa nella piazza: alcuni passeggiano, altri stanno seduti sulle panchine dando l’impressione di una grande famiglia, una comunità molto unita. Sono bastati pochi giorni perché tutto il paese mi conoscesse e non c’è stato bisogno neanche del telefonino per avvisare tizio o caio perché qui, in piazza, le voci corrono velocemente… Ciò che mi ha impressionato maggiormente sono stati l’affabilità, la gentilezza, il genuino senso dell’accoglienza, la disponibilità ad aiutare per risolvere un problema. Sinceramente mi sono sentito come fossi un abitante di Cerami, da sempre.
Oggi, dopo pochi giorni di permanenza, posso assicurare che è un posto ideale per una vacanza di ritorno di tipo più rilassato; praticamente il paese ha tutto, con qualche piccolo negozio e diversi bar e una persona si sente bene per la temperatura molto piacevole e mai afosa come capita sulla costa e… per chi ama il freddo, d’inverno nevica creando un paesaggio da cartolina natalizia! Torno sulla gente che, molto diversa da quella delle metropoli, mi ha fatto battere il cuore: gentile e ospitale e, chiunque incontri, sembra disposto ad aiutarti, a darti consigli, a farti vedere i luoghi belli ed interessanti del paese come le diverse chiese e le diverse opere d’arte che esse custodiscono.
Gli abitanti sono molto orgogliosi del loro paese che ho trovato molto pulito e ordinato, con tanto verde che testimonia come il Comune tiene in alta considerazione il benessere dei compaesani. Anche molti contenitori, sistemati lungo la strada per potere depositare i rifiuti, ho constatato che sono suddivisi singolarmente a secondo della materia del rifiuto: carta, lattine di metallo, plastica… nel rispetto della raccolta differenziata su cui il Comune pone molta attenzione.
Questo indice di civiltà è ciò che un paesino può insegnare alla grande città dove un po’ per la mancanza di contenitori e molto per la mancanza di civiltà e amore per la città, spesso si vedono sacchetti di rifiuti agli angoli delle strade. A tal punto, il messaggio è chiaro e deduttivo: “Se si vive in un ambiente pulito chiaramente si respira meglio e si vive più a lungo”.
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