È arrivato l’ambasciatore…

… Con la piuma sul cappello. È arrivato l’ambasciatore, a cavallo d’un cammello…

Chissà perché mi trovo a canticchiare un allegro motivetto composto nel 1938… che racconta dell’arrivo di un ambasciatore in un luogo non identificato, inviato da un ignoto pascià alla ricerca della donna da sposare.

L’ambasciatore della canzoncina cercava moglie… L’ambasciatore nostrano, quello vero cosa cerca? La comunità… credo. E la cerca a Leichhardt? Dove, ormai non c’è più, sparita, dileguata. Gli italiani vivono nel West. Questo, forse, il motivo perché l’ambasciatore farà sosta anche al Marconi Club, il cuore del West, per incontrare qui pochi temerari che alla domenica sera hanno ancora la voglia di uscire. 

Un’intera ora dedicata agli italiani del Far West di Sydney. In passato non era mai successo, ma forse perché… Forse il loro ruolo è di parlare con altri ambasciatori, con il governo, cercare di vendere navi, salvare le api, ecc. 

Nei miei 54 anni d’Australia ho incontrato, per puro caso, solo l’ambasciatore Zazo, pochi giorni prima che lasciasse l’Australia per l’Ucraina… uno scambio decisamente poco favorevole.

Pier Francesco… pardon, sua Eccellenza Zazo, decise di fare una visitina a Sydney. L’incontrai al Forum, per una premiazione non meglio identificata. Mi rivolse la parola, chiedendomi “cosa si può fare per essere più in sintonia con la comunità? – Basterebbe farsi vedere un paio di volte all’anno… il resto viene da solo” – risposi.

Non credo abbia gradito la mia risposta, anche perché, inavvertitamente, forse, gli ho dato del tu… e questo è decisamente “no” “no” quando si parla con uno di Canberra.

Nel passato, gli emigranti non avevano mai incontrato un ambasciatore, ma da oggi, forse, le cose cambieranno, perché Sua Eccellenza Paolo Crudele viene in mezzo a noi, viene da Canberra per assistere ad una festa “sound like italian” nel quartiere che era italiano. Sarebbe interessante sapere chi l’ha consigliato… 

Spero non rimanga deluso, ma noi italiani all’estero siamo anche questo, un gruppo di faccendieri che lottano tra di loro per qualche osso spolpato che dovrebbe arrivare sotto forma di contributo dall’Italia.

Aspetta e spera… ma questa è un’altra canzone!

Giunto al Club Marconi, l’Ambasciatore ha dato salutato i connazionali presenti al ricevimento:

“Buonasera. Sono io onorato di essere qua, di essere accolto da tutti voi con questa simpatia e con questo spirito costruttivo.

È bello vedere vari pezzi della comunità italiana che lavorano insieme. Questo non sempre accade, quindi mi fa piacere e se riesco a fare da catalizzatore per questo processo mi fa due volte più piacere. 

Io sono onorato, io per primo, di essere qui tra voi. Perché la comunità italiana in Australia la sto imparando.

Io sono appena arrivato, sono arrivato a metà agosto. È una comunità non soltanto integrata, è una comunità di altissimo profilo e di altissimo livello. Stamattina, ho probabilmente conosciuto il primo… primus inter pares… ho avuto il piacere conoscendone Anthony Albanese, il quale ha avuto delle parole nei confronti della comunità italiana dal palco di North Street veramente lusinghiere e ascoltarlo mi ha fatto anche un po’ venire i brividi, perché siamo riusciti ad esprimere – mi sembra di capire – anche per la prima volta un primo ministro che non ha origini, diciamo anglosassoni, se non vado errato. 

E insomma è un bel risultato perché è il vostro risultato. Io sono appena arrivato qui e le istituzioni italiane accompagnano la comunità. Ma questo è il risultato della comunità italiana in Australia, che è appunto, come dicevo, una comunità di primissimo piano e rispetto alla quale bisogna quindi cercare di essere all’altezza. Io non ho ricette, ‘non sono nato imparato’ come dicono dalle parti di Arechi. Sto iniziando il mio corso. Sto cercando di capire dove sono e che cosa si può fare per dare una mano. Ed è vero le prime cose che ho dichiarato in pubblico, non soltanto sui social, di cui siamo tutti ovviamente schiavi, ma anche in alcune interviste che abbiamo fatto nelle scorse settimane in occasione dei vari passaggi, in altre in altre città.

È appunto questo, la comunità italiana è una priorità perché anche dal punto di vista delle istituzioni è un viatico. È un veicolo per avere anche un dialogo politico con un Paese così importante come l’Australia. Come sempre, si è detto che italiani all’estero sono un “asset” – come si dice in inglese. Un valore… non lo sono soltanto perché aiutano il Made in Italy ma sono un valore perché sono i primi ambasciatori dell’italianità.

Sono quelli che dimostrano nei paesi dove vanno a risiedere, quanto sia creativa, geniale, ma soprattutto quanto sia laboriosa l’italianità. 

Che cosa intende fare l’ambasciata? Che cosa intendo fare io in questi prossimi anni per cercare di dare una mano? Sostanzialmente beh, innanzitutto mettermi in una modalità di costante contatto e di ascolto con i Consoli.

Quindi essere in ascolto, in contatto con loro, perché sono il terminale a cui fa riferimento la comunità e sono loro che mi devono far capire come bisogna muoversi e quali sono i canali che bisogna cercare di approfondire per tutelare gli interessi dei nostri connazionali.

Poi avere dei rapporti anche diretti con gli organismi di rappresentanza. 

Sono felicissimo di essere al Club Marconi. Sono felicissimo, grazie presidente per la sua introduzione, grazie dottor Pagnin, di essere in quella che è un’istituzione anche a suo modo, dell’italianità. Stiamo parlando di un club che nasce negli anni sessanta e che come tutte le grandi cose nasce da una piccola cosa e piano piano diventa quello che è probabilmente, credo, il più grande del mondo. 

Queste sono cose che inorgogliscono. Essere a contatto con chi rappresenta gli italiani è anch’essa una priorità. Dal mio punto di vista è sostanzialmente una forma essenziale per intercettare, per capire, perché, chiuso in ufficio non capisco assolutamente niente. Cercherò di accrescere i contatti, quindi cercherò di accrescere il coordinamento, ovviamente fondamentale, parlarsi, doversi finalmente anche in persona, in presenza.

Il 25 novembre facciamo la cosiddetta riunione consolare; era un po’ di anni che non si faceva per ovvie ragioni. La pandemia. E quindi ci riuniremo un po’ tutti gli attori, per cercare di condividere esperienze.

Ci saranno anche i Comites, ci vanno i Consoli, ci saranno i rappresentanti del sistema Paese, quindi le istituzioni che poi sono presenti, declinazioni variabili a seconda dello stato di appartenenza. Ma insomma, abbiamo degli istituti di cultura, abbiamo delle presenze importanti di ICE, di Enit e ci vedremo proprio per cercare di affinare un po’ insieme una strategia per cercare di capire in che direzione vogliamo andare per promuovere gli interessi del Paese e quindi sostanzialmente per migliorare i servizi consolari, che è quello che noi siamo chiamati a fare, innanzitutto per essere alla vostra altezza, ma anche per cercare di capire quali sono i canali per promuovere le imprese italiane, che sono tante, ma che nei prossimi anni potrebbero sicuramente assicurarsi nuove quote di mercato, perché l’Australia come voi sapete, ha in cantiere una serie di investimenti molto importanti e sono investimenti che riguardano ovviamente le infrastrutture e abbiamo avuto un bellissimo esempio a Perth, dove è stato appena inaugurato un tratto ferroviario costruito da We Build.  

Ma sono opportunità che si aprono nello spazio. Sono stato ad Adelaide la settimana scorsa anche per partecipare allo Space Forum, perché, strano a dirsi, gli italiani sono tra i primissimi anche nel settore spaziale e anche nel settore delle tecnologie avanzate e delle energie rinnovabili. La transizione ecologica che il governo di Anthony Albanese sta annunciando dovrà declinarsi nei prossimi anni attraverso degli investimenti.

Sono investimenti anche abbastanza importanti e noi abbiamo un’industria molto solida e laboriosa anche nel settore delle energie rinnovabili e più in generale il settore delle infrastrutture che accompagnano la transizione ecologica. Quindi, insomma, bisognerà parlarsi.

Bisognerà cercare di vedersi spesso per coordinare quello che sono gli sforzi che ognuno di noi, a suo modo nell’ambito delle sue competenze, può fare per dare un contributo, per migliorare evidentemente la nostra presenza, la nostra partecipazione alla vita di questo Paese. 

In sostanza ci sono tante buone intenzioni, tante idee che si possono perseguire.

Una è sicuramente quella di fare delle cose insieme agli organismi di rappresentanza degli italiani, insieme al Club Marconi. Costruiamo dei progetti insieme per quello che è possibile, la rete Diplomatico-consolare cercherà di sostenerli e cerchiamo evidentemente di avere tutti a cuore l’interesse e il benessere dei nostri connazionali e del nostro Paese.”

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