Esclusiva intervista al Comandante Lai

In occasione della visita del Vespucci a Darwin, Allora! ha avuto il piacere di intervistare il Comandante Giuseppe Lai, per conoscere le sue esperienze e impressioni su questa storica nave scuola. 

Cosa si prova a capitanare una nave come il Vespucci?

Diciamo che c’è una tradizione. È un motivo di grandissimo orgoglio, sia a livello personale che professionale, comandare una nave iconica come questa, che ha quasi 100 anni. 

Navigare per il mondo con una nave del genere rappresenta il massimo per un ufficiale. Poterla comandare è veramente il top; è un motivo di orgoglio nazionale.

Amerigo Vespucci rappresenta la più storica imbarcazione della Marina Militare italiana, realizzata nel 1931. Da allora, funge da nave-scuola, offrendo agli allievi del primo anno dell’Accademia Navale l’opportunità di vivere il loro primo contatto con il mare, gli elementi naturali e la vita a bordo al termine del loro percorso formativo. Inoltre, è un importante strumento di diplomazia navale, un’ambasciata galleggiante che, all’interno di questo progetto, promuove valori, tradizioni, cultura, innovazione, ricerca e, naturalmente, il meglio del made in Italy.

Viene il pensiero ai primi navigatori a vela?

Sì, i primi navigatori a vela facevano esperienze simili. Loro hanno affrontato molte più sfide rispetto a noi. Oggi abbiamo tanto supporto dalla tecnologia. Anche se questa nave è un veliero e mantiene molte delle sue caratteristiche storiche, abbiamo anche gli ultimi ritrovati tecnologici, che ci avvantaggiano. Tuttavia, il fascino di navigare a vela in posti sperduti, come ad esempio il transito nei canali patagonici, è unico. Non ci sono segni dell’uomo in quei luoghi. Anche navigando lungo le coste australiane, si può percepire un ambiente incontaminato, una natura primordiale.

Come nota l’attaccamento dei giovani cadetti ai valori della patria?

Assolutamente. I giovani a bordo sentono fortemente l’attaccamento alla nazione e ai valori del viaggio che stiamo compiendo. Una delle prime cose che ho notato nei cadetti imbarcati a Los Angeles, oltre al loro percorso formativo, è la loro partecipazione attiva nel raccontare l’esperienza e nel rappresentare l’Italia. Per loro, è stato un momento significativo. Quando ci si trova lontani dall’Italia, si prova un forte orgoglio per l’attaccamento alla nazione.

Chi è il comandante Giuseppe Lai? Ci parli di lei e della sua carriera.

Io sono sardo e ho vissuto in Sardegna per i primi 18 anni della mia vita. Poi ho fatto il concorso come allievo ufficiale all’Accademia Navale di Livorno e sono entrato in Marina nel 1994. 

Ho iniziato la mia carriera sul Vespucci nel 1995, durante una campagna in Nord Europa, e ho proseguito con diversi incarichi su navi militari. Sono comandante del Vespucci dal 9 settembre 2023, quindi sono già 13 mesi.

Per me, questo ruolo è il coronamento di una carriera. Dopo un’esperienza del genere, mi risulta difficile pensare a qualcosa di più bello e entusiasmante.

Qual è il valore di una nave come il Vespucci per la preparazione di un militare?

Essendo una nave scuola, il Vespucci non è una nave militare offensiva, ma ha un grande valore nella preparazione dei militari a 360 gradi. Insegna tanto nei suoi aspetti fondamentali. Alla fine, una nave militare e una civile vengono gestite allo stesso modo e sono portate dall’equipaggio. 

Qui i cadetti imparano a diventare futuri comandanti e a gestire le persone. Il messaggio di questa nave è trasversale e prescinde dal fatto che sia armata. Essa rappresenta anche un messaggio di pace e accoglienza; non ha un aspetto aggressivo.

Questo consente di trasmettere un messaggio complesso e significativo dell’Italia in tutto il suo splendore.

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