Esperienza e serietà

Abbiamo intervistato quattro degli attuali membri del ComItEs NSW, che si ricandidano nella lista NOI ITALIANI per un secondo mandato: nella foto da sinistra: Nello Pellegrino, Maurizio Aloisi, Marco Testa, Domenico Leuzzi.

“Il Comites non s’impara a scuola – ci confida Maurizio Aloisi, l’attuale Presidente – non c’è un corso per il Comites. Si apprende con l’esperienza, cercando di imparare dagli errori commessi, come nella vita. Per questo servono persone che hanno già avuto esperienza e che possono guidare un ricambio generazionale per questa importante istituzione.

La lista NOI ITALIANI racchiude l’esperienza di quello che si è imparato negli anni passati, che non si è arreso ed ha combattuto, anche contro corrente quando ce n’è stato bisogno.”

“E visto che parliamo di situazioni avverse – continua Aloisi – ci tengo a ribadire il mio pensiero, recentemente travisato dagli “intervistatori” storici che non vedono di buon occhio che io possa se rieletto, dopo un periodo, lasciare la presidenza del Comites ad un consigliere più giovane di me.

Diversamente da chi rimane attaccato alla poltrona fin oltre l’età ottuagenaria, mi ritengo ben consapevole dei miei limiti e forse, se in passato, avessimo dato più spazio alle generazioni dei nostri figli e dei nostri nipoti oggi avremmo potuto godere di una comunità più coesa, versatile e all’avanguardia.”

“Non voglio insegnare niente a nessuno. Capisco anche che c’è la moda del “giovane” e qualche decano della comunità ne ha fatto una questione d’orgoglio personale e sul fatto che se sei giovane sei bravo se sei vecchio non servi, salvo poi i soliti noti che da dietro le quinte cercano di manovrare i giovani. Non è certo raggruppando giovani che non hanno né le capacità e né la voglia di far parte del Comites che “salvi” la comunità”.

“Capisco che gli anni passano e considerato che il Comites prima di questo è stato in carica da 11 anni… beh, tra 11 anni potrei non aver più la forza di un ruolo tanto impegnativo, quindi mi farebbe piacere lasciare il ruolo a qualcuno in grado di prendere la situazione in mano. Sono disponibilissimo a farmi da parte, come ho detto prima, non dare dimissioni dal Comites, ma passare la presidenza a qualcuno che possa continuare la tradizione, perché in fin dei conti si deve guardare al futuro”.

Nello Pellegrino, ultimamente ha fatto parte del Comites. Quando i dimissionari hanno abbandonato, lui generosamente ha messo la sua esperienza a servizio della comunità ed accettato di fare parte del Comites negli ultimi mesi. Nello ha molta esperienza negli affari ed è sempre stato coinvolto con la politica locale a livello comunale, come direttore del Club Marconi dal 1994 al 2000 e per 13 anni nella Camera di Commercio di Fairfield.

“Penso di poter dare assolutamente un contributo al nuovo Comites. La mia visione sulla diffusione della lingua italiana soprattutto per i bambini mira a riattivare e riunire gli italiani tra le diverse generazioni. Ricordo bene negli anni 60 quando sono arrivato che si festeggiava una volta all’anno una grandissima festa organizzata dall’Italo Australian Club. Dobbiamo riportare l’italianità di un tempo con l’orgoglio per la nostra nazione. Oggi questo si è un po’ perso quindi l’italianità si è mescolata con l’australianità. Non che sia un male però… ma bisogna lavorarci su.”

Il mio progetto sta nel contribuire a rafforzare i legami con le nostre tradizioni, le nostre origini, assistere la gioventù italiana che arriva adesso, che lavora sia nella campagna a raccogliere la frutta per assicurarsi che i datori di lavoro non si approfittino di loro, come pure coloro che lavorano nei ristoranti, perché ormai hanno profondamente arricchito il nostro modo di mangiare e socializzare. Negli ultimi anni è bello vederli, sono realtà che vanno valorizzate”.

Domenico Leuzzi fa già parte del Comites e di conseguenza con la giusta esperienza per continuare il suo lavoro si ripresenta con rinnovato impegno. “Continuerò a cercare di aiutare la comunità italiana per portare avanti la cultura, i costumi, la lingua italiana e le nostre tradizioni. Dobbiamo spingere i giovani, specialmente quelli nati qui, a trasmettere le radici che si stanno perdendo. Faccio parte di altri due gruppi, il Calabria Club e all’Associazione Sinopolese – un’associazione religiosa, quindi dobbiamo assolutamente cercare di riproporre le nostre tradizioni, anche e soprattutto quelle regionali”.

Marco Testa, attuale Segretario del Comites, ha deciso di ripresentarsi perché convinto che il Comites sia un’istituzione che debba essere amministrata bene e servono elementi competenti per portare avanti l’impegno istituzionale. A questo scopo, ha aderito a NOI ITALIANI, sicuro che sia la squadra giusta per l’impegno comunitario.

“All’inizio ero un po’ titubante a continuare, ma poi ho pensato che sarebbe stata la cosa più giusta avere delle per- sone che sono già state coinvolte, che sanno come funziona il Comites e che possono continuare ad adoperarsi affinché il Comites possa essere un ente autorevole e bene amministrato, consapevoli di quanto imparato finora.”

“Da un punto di vista comunitario – continua Testa – sono molto coinvolto in vari settori: con gli Italo Australiani, nelle tradizioni regionali e anche nell’assistenza sociale e quindi desidero portare queste voci al Comitato e alle autorità per progetti futuri che servano a sviluppare la nostra comunità. Nel Comites, sappiamo tutti, c’è stata ad un certo momento una divisione e un gruppo ha preferito dare le dimissioni e abbandonare piuttosto che dialogare.

Ora, quattro di questi ex-consiglieri si ripresentano nella lista INSIEME e stranamente nessuno di loro fa menzione del loro abbandono, della loro resa. Recentemente, ho sentito un’intervista e qualcuno si è limitato a dire – uno degli ex consiglieri dimissionari – che c’è stato un problema di comunicazione. Mai nei 15 anni del passato Comites, da quando esiste il comites elettivo, si è avuto un Comites così trasparente, così aperto a dialogare, a trovare soluzioni. Ma quando remi contro il Comites di cui fai parte per fare piacere a qualcuno autorevole o fai un torto ad un altro consigliere che ti sta facendo notare un aspetto importante, non puoi aspettarti di ricevere fiducia”.

“Con Maurizio Aloisi siamo stati gli unici ad aprire il Comites alla partecipazione del pubblico, cosa che non succedeva affatto in passato e anche la posta email in entrata del Comites è stata per molto tempo automaticamente inoltrata a tutti i consiglieri. Purtroppo, quando apri alla trasparenza, a molti non piace e arrivano le critiche, anche quelle più assurde e ingiuste. Troppa mano libera ci ha fatto male, il Comites si è bloccato.

Ribadisco, però, che tutti sono sempre stati informati. Ognuno giustamente fa le sue scelte e se la legge non preclude che i dimissionari si possano candidare nuovamente, che si candidino pure. Io posso soltanto fare loro i migliori auspici, augurandomi che non andremo a trovare la stessa poca coerenza e poco rispetto verso il Comites.”

“Bisogna anche dire che non si può essere candidati – da un punto di vista morale – se poi non si è in grado di prendersi le proprie responsabilità. Non capisco come possiamo dare fiducia a delle persone che in un momento di crisi si sono dimesse e ora, quando la crisi è stata risolta da chi è rimasto in carica a prendersi le critiche, tornano per dire: ‘Io mi ricandido perché voglio bene alla comunità’.

Il bene della comunità si vede quando uno ha rispetto e lavora prima di tutto per proteggere il Comites che è la nostra istituzione elettiva e di rappresentanza diretta.

Poi, se vogliamo solo fare propaganda, accontentare qualcuno oppure dire ‘io ci sono, io ho detto, io sono riuscito a fare…’ senza che l’evidenza lo dimostri o senza essere grati alla collettività che ti ha eletto, allora bisognerebbe prima farsi un serio esame di coscienza.

Personalmente, mi batterò anche perché il Ministero e il governo comprendano che non si può, nel 2021, essere eletti ad una carica regolata dalla legge e sperare che i consiglieri conoscano le leggi, i regolamenti e le circolari senza un minimo di formazione. La formazione serve per evitare che si commettano errori, per istruire i consiglieri, sia i nuovi che coloro che hanno già esperienza, ad amministrare bene il Comites.”

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