Roma non è mai la stessa, eppure rimane sempre profondamente sé stessa. Quella miscela irripetibile di sacro e quotidiano, di storia millenaria e vita semplice, di caos e armonia. In queste due settimane trascorse nella Città Eterna, ho potuto osservare una Roma particolarmente accogliente e sorprendentemente pulita.
Fin dal primo giorno, ciò che mi ha colpito è stata la sensazione di ordine diffuso. Lo si percepisce passeggiando nei pressi della Stazione Termini, da sempre considerata una delle aree più problematiche dal punto di vista del decoro urbano. E invece no: marciapiedi puliti, spazi riqualificati e un viavai di turisti e residenti che si muovevano con una tranquillità.
Parte del merito va certamente all’atmosfera del Giubileo in corso. L’arrivo incessante di pellegrini da ogni continente ha spinto la città a un grande sforzo collettivo: strade rimesse a nuovo, aree monumentali rese più accessibili, segnaletica più chiara, mezzi pubblici potenziati.
Questo impegno è stato percepito profondamente anche dai nostri studenti australiani, giunti qui per un percorso formativo di grande valore sulla civiltà occidentale.
Molti di loro, mi hanno confidato di sentirsi “a casa”. Ed è bellissimo pensare che una città così grande, così piena di vita e così complessa possa trasmettere un senso di familiarità così immediato. Roma accoglie, sempre. A volte tra il rumore dei motorini, altre sotto la quiete di un tramonto sul Tevere, ma sempre con un calore che non si dimentica.
Nonostante scioperi, manifestazioni e cortei la presenza delle forze dell’ordine non è mai stata invasiva o motivo di tensione. Al contrario, li abbiamo visti svolgere il loro servizio con professionalità e umanità: informando i passanti, dando indicazioni a chi cercava una fermata dell’autobus o un museo, tranquillizzando i turisti spaesati, aiutando gli anziani.
Grazie Roma, per averci aperto le tue braccia. Per averci fatto sentire parte della tua vita.

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