In or Out?

Prima della decisione unanime dei giudici James Allsop, Anthony Besanko e David O’Callaghan di respingere il ricorso di Djokovic contro la seconda cancellazione del visto, il popolo australiano aveva già scandito il risultato: 83% lo volevano fuori, 12% lo volevano dentro, al rimanente 5% non poteva interessargli meno.

L’incredibile vicenda degenerata dopo l’arrivo in Australia del tennista serbo in palese violazione delle regole in materia di vaccinazione, aveva fatto infuriare i milioni di persone costrette loro malgrado a vaccinarsi e rimanere in isolamento.

Giusto o sbagliato che sia, il Governo ha messo delle regole che, a modo loro di vedere, sono di beneficio per tutti. Questo signore ha volutamente infranto le regole, ha cercato di raggirarle dando perfino la colpa ad un suo assistente che avrebbe riempito il modulo… dimenticandosi di ammettere che l’ha firmato lui.

“Novak Djokovic è un uomo libero di prendere le proprie decisioni ha dichiarato il collega tennista Rafael Nadal – ma ora deve accettare le conseguenze. Lo Stato tutela la collettività perché è sanità pubblica e le leggi sono state fatte proprio per questo, e chi non vuole seguirle, torna a casa”.

Alle 5.45pm di domenica, la corte ha reso pubblica la sentenza. Il capo del collegio Allsop ha chiarito che questa domanda non è un ricorso contro la decisione del governo esecutivo: il compito della corte era semplicemente quello di valutare se la decisione presa dal ministro dell’Immigrazione Alex Hawke fosse illegale, irrazionale o legalmente irragionevole.

La corte ha ritenuto che i motivi delineati dagli avvocati di Novak Djokovic non lo dimostrassero. Significa che era corretta la decisione presa dal ministro dell’Immigrazione Alex Hawke di annullare i visti di Djokovic.

“Rispetto la Corte e coopererò per organizzare la mia partenza – sono le parole del comunicato diramato dopo la sentenza Sono a disagio per il fatto che in queste settimane l’attenzione sia stata su di me e ora spero che si sposti sul gioco e sul torneo che amo. Voglio augurare il meglio ai giocatori, allo staff, ai tifosi dell’Australian Open. Voglio anche ringraziare la mia famiglia, i miei amici, il mio team, i miei tifosi, e i miei connazionali per il supporto continuo. Siete stati tutti una grande fonte di forza per me”.

Djokovic rimarrà in stato di fermo a Melbourne fino alla sua espulsione. Di norma un ordine di espulsione include anche un divieto di ritorno in Australia per tre anni, ma ci sono eccezioni. È stata quindi confermata la motivazione con cui il ministro aveva annullato il visto di Djokovic non vaccinato contro il covid-19, ovvero che la sua presenza sul territorio australiano potrebbe essere “un rischio per la salute e l’ordine pubblico e potrebbe essere controproducente per gli sforzi di vaccinazione da parte di altri in Australia”.

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