L’Italia s’è destra

Ignazio La Russa presidente del Senato e Lorenzo Fontana presidente della Camera dei deputati. Decisamente una virata a destra, molto lontana dall’agglomerato che si era formato in Parlamento dopo innumerevoli rimescolamenti al vertice. Si può ben dire “le abbiamo provate tutte” e nulla ha funzionato. Al Governo ci sono passati tutti, dai 5stelle ai piddini ai tecnici, per finire in mano ai banchieri. 

Con l’elezione di Giorgia Meloni, quei pochi italiani che hanno deciso di votare, si erano abbondantemente espressi: un taglio netto e ricominciamo da zero. E, come sempre, i cambiamenti portano un cambiamento… cosa vi aspettavate, un presidente di sinistra in un Governo di destra? 

Seguiranno le consultazioni con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, su come  procedere alla formazione del futuro Governo. 

Non ci sono dubbi sul ruolo costituzionale di Mattarella, quindi, non dovrebbe essere difficile verificare l’esistenza di una maggioranza certa, come prevede in questo caso l’articolo 88 della Costituzione. Come non ci sono dubbi sul ruolo fondamentale che i presidenti hanno nel governo delle due Camere. 

“È un ruolo politico molto delicato – sostiene il professor Vincenzo Lippolis, costituzionalista ed esperto di regolamenti parlamentari – che dev’essere esercitato sul filo dell’imparzialità, che non significa neutralità assoluta, soprattutto negli ultimi decenni. Il presidente non si sveste completamente della sua anima di politico, ma non smette di fare politica”.

Sembra impossibile immaginare persone che hanno “partecipato in passato a riunioni di partito e fatto sentire la loro voce nel dibattito politico” possano improvvisamente diventare imparziali.  

“I presidenti non sono chiusi in un sarcofago impossibilitati a dare segnali di vita politica, ma devono fare molta attenzione a non sovrapporre i due ruoli nell’esercizio delle loro funzioni istituzionali” conclude il professore.

“La svolta a destra è ovvia e i dubbi restano” concludo io.

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