Si potrebbe definire “un’operazione militare”. Lo stato del NSW consegnerà migliaia di test antigenici rapidi (RAT) alle scuole e agli asili su tutto il territorio in tempo per la riapertura delle classi prevista per la settimana prossima, nel tentativo di salvare il sistema scolastico dall’onda Omicron.
Le mascherine saranno obbligatorie per tutto il personale e gli studenti delle scuole superiori, mentre rimangono facoltative nelle scuole primarie. Dopo la conferenza stampa del Premier Perrottet e del Ministro Mitchell, alcuni gruppi di genitori si sono però scagliati contro il governo, convinti che il piano “smart” non garantisca la sicurezza fisica e mentale per un ordinato ritorno a scuola dei propri figli.
Una volta che i test saranno consegnati alle scuole, infatti, spetta ai genitori concordare un orario per ritirare i kit una volta contattati dal personale scolasti scolastico e somministrare il test a casa due volte a settimana. In questo processo, scarsa attenzione sembra essere stata data a studenti con disabilità.
“È traumatico fare il test per i miei figli autistici ogni volta. Nessuna preparazione per i bambini con disabilità. È scandaloso”, ha commentato un genitore.
Il Ministro dell’Istruzione si è però detta “piuttosto ottimista sul fatto che [i test antigenici] verranno utilizzati come intendiamo. Penso che dipenda davvero dal fatto che tutti facciano la loro parte per mantenere aperte le scuole.Sappiamo che è importante per i nostri studenti per la loro istruzione e anche per il loro [sviluppo] sociale e per la salute mentale. Quindi siamo fiduciosi che le famiglie e gli insegnanti utilizzeranno questi test come previsto.”
Inoltre, fino a 1,000 insegnanti in pensione e studenti dell’ultimo anno di università saranno inseriti nelle scuole per alleviare la pressione e le criticità pandemiche. Il personale scolastico dovrà essere vaccinato con due dosi, mentre la musica, lo sport scolastico e le assemblee potranno tenersi secondo le norme generali di sanificazione.
Il sindacato degli insegnanti, presieduto da Angelo Gavrielatos, ha risposto a tono contro il governo, esternando l’insoddisfazione del comparto educativo all’annuncio del piano per il ritorno a scuola.
“Con questo piano – ha affermato Gavrielatos – non si potrà essere abbastanza vigili. Nessun altro settore ti chiede di stare in un luogo di lavoro con fino a 2000 altre persone, in spazi a volte poco ventilati, in aule con un massimo di 30 studenti. Rimaniamo molto preoccupati e ci stiamo preparando per un inizio difficile dell’anno scolastico”.
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