Per Gesù e per Maria…

Dall’altro capo del filo, una voce carica di entusiasmo – come di chi abbia appena terminato il  Cammino di Santiago – mi annuncia la nascita imminente di una radio cattolica destinata agli italiani d’Australia. 

A parlarmi è un apprezzato esponente della nostra comunità, uno di quelli che da decenni custodisce con devozione la chiave di quella che il mio predecessore, di venerata memoria (per dirla alla cattolica), chiamava la “fabbrica dei santi”. Una notizia che, senza dubbio, merita attenzione, ma che apre anche uno spazio di riflessione.

L’idea, nelle intenzioni, è nobile: creare un luogo d’ascolto, di preghiera, di condivisione spirituale in lingua italiana. Un modo per rinsaldare i legami culturali e religiosi di quei pochi che ancora credono, offrendo parole che confortano e accompagnano. 

Una radio italiana c’è già – e ricordo bene che quando nacque questo giornale, i signori di un’altra testata storsero il naso.  Tuttavia, considerando che l’età media della nostra comunità supera ormai i settant’anni, ho sorriso tra l’ironia e la tenerezza pensando: “E se servisse a riscoprirsi santi in vecchiaia?”. 

Confesso però una certa perplessità. Non sull’intento – che è sincero e lodevole – ma sulla sua attuazione. Se il progetto saprà proporre contenuti vivi, coinvolgenti, con ospiti preparati e magari in collegamento dall’Italia; se darà spazio a testimonianze vere, riflessioni profonde, momenti di vera comunità… allora sarà una benedizione per tutti. 

Ma se dovesse invece scadere nei soliti format logori, in trasmissioni didascaliche e poco ispirate, il tutto rischia di trasformarsi nell’ennesimo contenitore vuoto. E, francamente, di contenitori che per un motivo o un altro, nel tempo, si sono svuotati ne abbiamo già abbastanza.

La sfida, dunque, è duplice: parlare al cuore senza cadere nel sentimentalismo; nutrire lo spirito senza annoiare la mente. Staremo a vedere se questa nuova radio saprà andare oltre lo slogan “per Gesù e Maria”.