Anche se la scenetta annuale della Norton Street Festival farebbe intendere che gli interessati godano del pieno supporto delle autorità e che anche il capo ufficio annovera tra i suoi “amici” il direttore generale di un’organizzazione multimilionaria, non si placano le polemiche sulla presunta vendita per la cifra record di 11 milioni di dollari del Centro Culturale Italiano e della Piazza dell’Italian Forum di Leichhardt. Vendesi o non vendesi: questo è il problema.
La Festa, che secondo alcuni, avrebbe visto oltre 200 mila visitatori, ha ignorato quella parte della Norton Street che dovrebbe avere maggiore significato per gli italiani e che va dall’incrocio con la Marion Street fino alla Parramatta Road. I mediocri hanno pensato bene di commentare con un “meglio di niente” ma di personaggi mediocri la nostra comunità italiana ne ha già in abbondanza.
Evidentemente non basta. L’Italian Forum resta al centro dell’attenzione, con un futuro ancora avvolto nell’incertezza oltre che nel degrado. L’urgenza di chiarire la situazione si fa sempre più pressante, con un impatto ben chiaro su quanti hanno investito nella parte commerciale dell’Italian Forum e che a seguito dell’inquietante silenzio da parte di venditori e di presunti acquirenti in merito alla vendita o non vendita del Centro Culturale e della Piazza si vedono danneggiati i propri interessi economici.
Contrariamente a quanto riportato in alcuni giornali australiani, l’Italian Forum in sé non ha – almeno per il momento – ancora cambiato proprietà. La preoccupazione principale riguarda la diffusione, o addirittura la non diffusione, di informazioni credibili sul futuro dell’Italian Forum, che alimentano una percezione distorta della situazione. L’intero complesso del Forum e retto da un complesso sistema ‘strata’ diviso tra centro culturale, attività commerciali, appartamenti e parcheggi.. ma questo la persona media generalmente non lo sa.
L’unica cosa certa è che tra il mese di aprile e maggio, a seguito di comunicati stampa che annunciavano sia la vendita del Centro Culturale promettendo il coinvolgimento della comunità nel futuro del Forum, c’è anche chi si domanda se questa decisione ha avuto un impatto sulle attività commerciali. Il clima di oblio è la testimonianza di come la disinformazione possa danneggiare le attività commerciali.
Va precisato che, secondo quanto comunicato da un membro ufficiale del consiglio di amministrazione del Co.As.It., l’accordo inizialmente previsto con l’impresa edile Redstone è stato annullato. Tuttavia, nessuno fuori da un cerchio ristretto di presunti costruttori della comunità, non è in grado di confermare la vendita meno del centro culturale e della piazza.
Ad oggi sono passati tre mesi dalla data prevista per la vendita del Centro Culturale e della Piazza, e l’imbarazzo collettivo di direttori generali, capo uffici in partenza, presunti agenti immobiliari e complici di turno su questa situazione diventa sempre più evidente.
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