“Spirito” comunitario

Di solito, le associazioni italiane sono generose quando si tratta di raccogliere soldi per disastri e malattie; inoltre, sono sempre disposte ad aiutare le congregazioni religiose storiche, ma quando la comunità italiana di Moorebank ha chiesto di aiutare due giovani postulanti somaschi nei loro studi, nessuno ha donato un centesimo.

Inutile la lettera di richiesta da parte della congregazione di San Giuseppe. I padri Somaschi sono arrivati a Sydney da pochi anni, ma in questo breve tempo sono riusciti ad entusiasmare due giovani italo-australiani ad intraprendere gli studi religiosi in Italia. Anche coloro che dicono di aiutare i giovani, hanno fatto orecchie da mercante.

Ma i fedeli della parrocchia di San Giuseppe, dove tutte le domeniche si celebra la messa in italiano, non si sono persi d’animo e, organizzando un pranzo a favore di Matthew e Michael, sono riusciti a raccogliere una cifra sostanziale, quasi $10.000. Il vecchio detto “aiutati che il ciel t’aiuta” tanto caro a Padre Nevio, ancora una volta ha funzionato.

I parrocchiani si sono dati da fare e hanno riempito la sala adiacente alla chiesa di fedeli che hanno generosamente donato durante il pranzo preparato dai volontari. Una lotteria e un’asta hanno aggiunto il resto. Commovente l’affetto dimostrato a questi due ragazzi da parte della comunità di San Giuseppe di Moorebank, nel West di Sydney.

E anche chi non è religioso, dovrebbe capire l’importanza di mandare in Italia a studiare due giovani che, tornando in Australia, saranno di grande beneficio per la comunità. Ci si lamenta che non ci sono vocazioni, non ci sono sacerdoti italiani, ma quando se ne trovano due… “che la pietà vi rimanga in tasca” solo perché non fanno parte della vostra parrocchia.

Tranquilli Matthew and Michael, la vostra grande famiglia ha accolto e ascoltato la vostra chiamata rispettando la gioia per la fede che c’è in voi. Buon viaggio ragazzi e ricordatevi che “Imparerete a vostre spese che nel lungo tragitto della vita incontrerete tante maschere e pochi volti”.

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