Eurialo e Niso: l’epica amicizia nell’Eneide

Quando vivevo a Roma, abitavo nella storica via Eurialo, situata nella zona dell’Appia Nuova. Così legato a quei ricordi che ho commissionato una targa con l’iscrizione “Via Eurialo”, ora murata sulla facciata della mia casa in Australia.

Eurialo mi ricorda i miei anni scolastici, quando tra le tante cose da studiare c’era anche l’Eneide di Virgilio. 

Ma chi era costui? Publio Virgilio Marone nacque a Andes, presso Mantova, all’epoca della Gallia Cisalpina, oggi Pietole, il 15 ottobre del 70 a.C. e ci lasciò a Brindisi il 21 settembre del 19 a.C. Tra pochi giorni ricorrerà il suo compleanno, ad memoriam.

Virgilio fu un poeta di straordinario talento, autore di tre opere di grande rilievo: le Bucoliche, le Georgiche e, naturalmente, l’Eneide. 

Questa ultima, scritta tra il 29 e il 19 a.C., è un poema di dodici libri, molto elaborato e incompleto a causa della sua morte. Lo stesso Virgilio non voleva che fosse pubblicata, tanto che desiderava bruciarla. Tuttavia, per volere di Augusto, il poema venne salvato e pubblicato come opera postuma.

L’Eneide narra le vicende di Enea, il cui nome dà il titolo al poema, il quale fugge da Troia in fiamme con il figlio Ascanio, il padre Anchise e una manciata di fedeli troiani, salpando da Antandro verso la Tracia, Delo, Creta e la Sicilia, dove il padre morì, per giungere infine a Cuma. 

Virgilio si rivolge alla musa Calliope per chiedere ispirazione: “Canto le armi e canto l’uomo che, prima di Troia, venne in Italia profugo per volere del fato sui lidi di Lavinio.”

Ad Antandro, Enea costruì una flotta di venti navi, utilizzando il legname del Monte Ida, monte sacro alla Dea Cibele. 

Recentemente, in loco è stata scoperta una necropoli e una villa romana di epoca imperiale, con meravigliosi mosaici ancora da scavare nella loro totalità.

Ma veniamo a Eurialo e al suo inseparabile amico Niso. 

Nel nono libro del poema si parla di questi due giovani guerrieri, profughi di Troia, come esempio di lealtà e valori, sempre uniti fino alla morte. 

Il loro entusiasmo quasi eroico li spinge a lottare per difendere la loro amata Troia, come quando la difesero dall’invasione dei Rutuli. La loro amicizia è tale che, durante una sortita notturna, mettono a repentaglio la loro vita in nome di quel legame. 

Purtroppo, la loro inesperienza e impreparazione alla lotta li conducono a un tragico destino. Niso, molto più agile e veloce, riesce a mettersi in salvo, mentre Eurialo viene circondato e catturato. Accortosi della situazione, Niso torna indietro per salvarlo, affrontando da solo il nemico, ma entrambi soccombono e trovano la morte.

Da questa storia si può comprendere fino a quali estremi possa arrivare una vera amicizia. 

Oggi, quanti metterebbero a repentaglio la propria vita per un amico? 

Me lo chiedo spesso, e onestamente non ho una risposta.