Finalmente è stata ripristinata la Costituzione a Sydney

Il giornale Allora! si è visto accolto favorevolmente tutte le richieste avanzate al Governo Italiano in ambito di contributi alla stampa. Oggi, dopo più di quattro anni, la nostra amata costituzione italiana, quella che molti definiscono la più bella del mondo, viene ripristinata anche tra gli italiani a Sydney. E più che di ripristino, posso dire che la Costituzione Italiana è stata finalmente applicata. Ma andiamo per ordine.

Per chi si è perso le puntate precedenti, la legge permette ai giornali italiani editi all’estero di poter usufruire di contributi pubblici. Al momento della richiesta di contributi, l’impresa editrice deve pubblicare un giornale effettivamente stampato e distribuito, con almeno il 50% dei contenuti in lingua italiana. Allora! soddisfa da sempre tutte queste caratteristiche, eppure, per motivi politici e personali si è visto negati i contributi. In sostanza, si è tentato più volte di far chiudere la testata e di zittire anche il sottoscritto, usando, o meglio ancora abusando – del proprio ruolo istituzionale. Su questo fronte, abbiamo ribadito in molte occasioni, la necessità urgente di indagare sulla legalità delle operazioni di voto delle scorse elezioni per il rinnovo del Comites.

Dopo una lunga relazione inviata dai più alti uffici diplomatici in Australia e accertamenti interni sulla documentazione inviata al Dipartimento da Allora!, sono state accolte anche le richieste di contributi degli anni precedenti. Questo evento ha ribaltato le dichiarazioni mendaci trasmesse dal precedente Console Generale di Sydney con una motivazione chiara: gli atti e le relazioni, incluse le votazioni del Comites contro il giornale, erano incostituzionali. Le conclusioni del Dipartimento per l’Editoria hanno sbugiardato gli abusatori dei pubblici uffici a Sydney e ripristinato un diritto costituzionale. La giustizia italiana è lenta, ma alla fine i nodi vengono al pettine e i trasgressori smascherati.

Per il Presidente del Comites del NSW, dopo aver abusato del proprio ruolo istituzionale, non sarebbe utile forse pensare di dimettersi, prima che qualcun altro ne chieda la rimozione? Chi rappresenta il Comites del NSW è anche segretario locale di un partito che si erge a paladino della legalità. In questa vicenda, il principale esponente del Partito Democratico a Sydney ha dato spettacolo di tutt’altro. Spero che tra i militanti ci sia qualcuno più capace di ricoprire il ruolo di segretario politico con maggiore integrità. In un contesto di buon senso, dovrebbero arrivare scuse a questo giornale e una motivazione pubblica sul perché si è perpetrato un così grave abuso di potere. Gli stessi si sono lamentati durante le riunioni pubbliche – ovviamente omettendo queste dichiarazioni diffamatorie dai verbali – che il sottoscritto scrivesse su questo giornale, pur non essendo associato all’impresa editrice e scrivendo da indipendente e in maniera gratuita.

Le mie sono opinioni personali che possono piacere o meno e contro cui la redazione ha sempre concesso diritto di replica. Le capacità di taluni presidenti dei Comites, purtroppo, si evincono più dalle critiche dietro le quinte nelle riunioni pagate a spese dei contribuenti e dai voti contrari sui pareri obbligatori piuttosto che nel riuscire ad intrattenere un dibattito civile sui mezzi d’informazione. Vorrei sapere, oggi, dove sono coloro che, quando era in carica il Comites precedente, portavano avanti battaglie di libertà e onestà. Aloisi e il suo esecutivo hanno lasciato nelle casse del Comites più di quarantamila dollari.

Quelle somme avrebbero dovuto ripianare il buco di bilancio, invece vengono usate per pagare trasferte ai consiglieri, ringraziandoli per la loro collaborazione all’attuale amministrazione. Sarebbe utile cominciare a porsi delle domande. Intanto, l’articolo 21 della nostra costituzione è stato ripristinato. La libertà di stampa non ha colore politico. Quando il presidente del Comites del NSW farà i suoi comizi, non potrà più usare la parola libertà avendola calpestata. Ho sempre sostenuto che, sin dal primo voto negativo, si fosse perpetrato un abuso di potere. Oggi ne ho avuto la conferma. Sarebbe utile da parte delle autorità diplomatiche competenti fare luce sulle veridicità delle firme e sulle operazioni di voto per le elezioni del Comites del NSW.

Chi avrebbe dovuto salvaguardare il diritto costituzionale non lo ha fatto. Come ha ricordato il garante della costituzione, Sergio Mattarella, il nostro Presidente della Repubblica, “la verità è un dovere.” L’impegno che io ci metto è sempre rivolto al rispetto delle leggi, ma soprattutto nell’essere onesti “spero che nel profondo del mio cuore lo siate anche voi.” (Esposito Emanuele)

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