Scrivo queste note di venerdì, mentre la decisione di concedere o meno il visto per rimanere in Australia a Novak Djokovic sarà presa lunedì prossimo.
Non ha molta importanza se verrà concessa un’esenzione per giocare in Australian Open di tennis, che si terrà a Melbourne alla fine di questo mese, al campione numero 1 del mondo.
A mio parere, l’importante è sapere se sarà trattato come ogni cittadino, se sarà privilegiato o vittimizzato per le sue già note opinioni riguardanti la pandemia da Covid 19 e la possibile difesa scientifica della salute pubblica.
Djokovic si è rifiutato di rendere pubblico il suo attuale stato di vaccinazione e ha dichiarato di essere contrario alle vaccinazioni obbligatorie.
Qui non si tratta di essere pro o contro il vaccino, ma di infrangere le regole della Nazione che lo ospita. Se queste sono le regole, giuste o sbagliate che si possano intendere, perché a lui sì e a me no? A me è stato proibito di viaggiare, nonostante sia risultato negativo, perché ho fatto “solo” due vaccini.
Il campione di tennis “ha fatto il furbo” come si dice in questi casi, presentando un certificato taroccato che attesta la sua immunità, più per meriti divini che non umani.
E mentre i bravi controllori, a Tullamarine Airport, non l’hanno bevuta, a noi resta il dubbio se siamo stati presi in giro per due anni con tutte le chiusure obbligatorie, le restrizioni, i blocchi, i vaccini, i tamponi, le mascherine… oppure ci prendono in giro srotolando il tappeto rosso ad un tennista, vaccinato o non vaccinato che sia.
Giro, giro tondo, casca il mondo… tutti giù per terra?
E mentre Novak trascorrerà il fine settimana in detenzione in un hotel per immigrati, i frustrati abitanti del Victoria si chiedono come mai il Serbo abbia ricevuto un’esenzione dal vaccino dal governo del Victoria e da Tennis Australia.
“Personalmente, sono contrario alla vaccinazione e non vorrei essere costretto da qualcuno a prendere un vaccino per poter viaggiare” ha scritto Djokovic in Facebook… la più autorevole fonte d’informazione per laureati in tuttologia e immaturità classica, e pur non avendo nessuna cognizione di medicina.
Detto ciò, Djokovic e sua moglie Jelena hanno partecipato al torneo espositivo Adria Tour, organizzato da Djokovic per beneficenza e diventato tristemente famoso per la mancanza di protocolli di salute e sicurezza e da cui sono emersi filmati dei giocatori che si abbracciavano e festeggiavano insieme, in barba alle misure previste e suggerite di distanziamento sociale.
Da parte sua, Djokovic ha condiviso una lunga dichiarazione scusandosi per i danni causati, riconoscendo che era “troppo presto” per ospitare un torneo poiché il Coronavirus stava spazzando il mondo insistendo, però, sul fatto di aver agito in buona fede.
Resta solo da capire se questo Covid è tutta una montatura delle case farmaceutiche per far soldi, una congiura cinese per invadere l’Australia, o veramente una pandemia mondiale fuori controllo.
Le risposte in Facebook sono discordi, proprio come le discussioni al bar per decidere se gioca meglio l’Inter, il Milan o la Juventus.
Una cosa è certa: stiamo soffrendo tutti per questo isolamento, gli australiani non sono stati in grado di viaggiare o accogliere famiglie dall’estero per gran parte degli ultimi due anni, nel rispetto delle dure restrizioni per fronteggiare la pandemia. Storicamente le autorità mediche attestano che una pandemia è sempre qualcosa di contagioso, hanno imposto distanze tra le persone e mascherine individuali e continuano a raccomandare di vaccinarsi.
E mentre altrove il vaccino per i vecchietti è obbligatorio, in Australia posso non farmi vaccinare, se così desidero. Non ho ancora sentito nessuno che è stato forzato a vaccinarsi. Sono state poste regole come, d’altronde, per tutte le sfaccettature della vita sociale. Se si guida l’automobile serve la patente, se si vuole aprire un negozio necessita il permesso del Comune, se si vuol gestire un ristorante occorrerà attenersi a specifiche regole sanitarie… se si vuole viaggiare…
E queste regole, giuste o ingiuste che siano, sono per tutti, non per i più disgraziati della società. Questo è qualcosa che, dell’Australia, mi è sempre piaciuto.
Non esiste la raccomandazione e se qualcuno compra la patente commette un reato punibile con la prigione.
“Un campione di libertà non si fa certificare l’esenzione farlocca al vaccino per partecipare ad Australian Open, ma rinuncia a parteciparvi per ciò in cui crede, sperando che il suo comportamento per tutti quei suoi fan che ancora non sono vaccinati. Abbiamo perso pure cognizione di cosa sia un eroe”. Così scrive, sempre su Facebook, il mio amico Tommaso.
Concordo perfettamente ma nella vita girano tanti, tanti soldi e molta, molta ipocrisia. “Il mondo è dei furbi” mi dice Giuseppe con una telefonata dall’aeroporto… E ha ragione. Ho chiesto consiglio al mio medico di fiducia e, per una volta, non mi sono fidato dei miei amici tuttologi in Facebook…
Ora sono pluri-vaccinato e posso tranquillamente giocare agli Australian Open di tennis.
Game, set & match!
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