A causa del suo pensiero, il 17 febbraio del 1600, Giordano Bruno, uno tra i più grandi filosofi della storia, venne condannato al rogo dalla Inquisizione della Chiesa cattolica, con la lingua serrata da una morsa affinché non potesse parlare, perché “eretico, impenitente, pertinace” ed anche i suoi scritti, posti all’indice dei libri proibiti, vennero dati alle fiamme.
Quando venne pronunciata la sentenza ’’Arso vivo in pubblica piazza’’, egli rispose “Forse tremate più voi nel pronunciare questa sentenza che io nell’ascoltarla”.
Ma chi ha cercato di liquidare con quel rogo l’uomo e il suo pensiero, non c’è riuscito.
Quel rogo è diventato, infatti, la fiamma della liberazione da dogmi e padroni.
La sua filosofia sopravvisse alla sua morte, portando all’abbattimento delle barriere tolemaiche.
Che cosa ci ha insegnato Giordano Bruno?
L’importanza del libero pensiero, per il quale ancora oggi lottiamo e a ribellarci senza timore alcuno a chi ci vorrebbe ”gregge”.
Contro il volere del Papa e col sostegno di personalità di rilievo come Victor Hugo e Giovanni Bovio, dopo scontri e manifestazioni studentesche, la statua dedicata a Bruno fu finalmente inaugurata nel giugno 1889.
Oggi il suo monumento impera a Roma, in piazza a Campo de’ Fiori, e ognuno può guardarlo dal basso all’ alto in tutta la sua magnificenza.
Statua simbolo della libertà di pensiero e della volontà dell’uomo a lottare in difesa delle proprie idee.
La posizione della statua si trova nel luogo in cui Giordano Bruno venne arso sul rogo ed è da quel punto che la statua indirizza lo sguardo severo e austero verso il Vaticano, suo accusatore.
Ricordiamoci che la libertà e la giustizia non sono un dono ma sta a noi costruirle.
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