La legge è legge! Oppure no?

Non siamo rompicoglioni, ci siamo attenuti alla legge.

Un noto giornalista locale [avrei messo nome e cognome perché tanto noto ormai non lo è più. ndr] si è lamentato delle operazioni di scrutinio del voto del rinnovo del Comites di Sydney. Andiamo con ordine.

Il giornalista in questione, che non era presente al seggio, io si, eventualmente è stato male informato o semplicemente ha capito male le informazioni ricevute, diamo il beneficio del dubbio. [anche qui, se mandano in giro gente impreparata, con chi ci lamentiamo? ndr].

In un video “ diretta” su Facebook si è lamentato che il seggio non abbia contato le schede, perché, secondo la sua esperienza, dovevamo andare avanti fino all’ultima procedura di scrutinio. Secondo le norme ha ragione. In Italia, una volta aperto lo scrutinio, si va avanti ininterrottamente; purtroppo qui hanno deciso diversamente. Evidentemente il Comitato elettorale ha fatto male i calcoli, e ha deciso che il seggio doveva essere aperto alle 9 am e chiuso alle 21 di sera.

Questo è quanto è stato deciso dal comitato che, guarda caso, ha la maggioranza di persone favorevoli alla lista del giornalista che lo vede tra i candidati; quindi se proprio si deve lamentare, che lo faccia con i suoi compagni di viaggio. Noi del seggio siamo andati avanti ininterrottamente fino alle 22, 13 ore di fila con piccole pause che non superavano i 10 minuti, siamo al limite della schiavitù, in sostanza non siamo stati con le mano in mano.

Purtroppo la procedura di identificazione dell’elettore è lunga e farraginosa, come ho avuto già modo di dire in un altro articolo, a differenza del seggio italiano, Ma questo il giornalista lo sa, visto che ha fatto, come dice lui, più volte il presidente di seggio.

L’elettore in Italia si reca al seggio, quindi l’operazione di identificazione viene fatta in presenza, qui invece con il voto postale viene messo nella busta grande il tagliando elettorale che è l’equivalente del timbro posto in Italia sulla tessera elettorale.

Quindi i componenti del seggio devono aprire la busta grande e verificare che all’interno ci sia il tagliando, verificare che il numero corrisponda al nome nell’elenco degli elettori, in questo caso coloro che hanno opzionato per votare. Se per caso, come è accaduto per 70 schede che giustamente sono state annullate, non vi è il tagliando, la scheda viene annullata. Ecco perché ci sono due buste, per evitare che i componenti del seggio associano il voto con la persona che ha votato, questa è la legge!

Il giornalista dice che dovrebbe essere accettata lo stesso, mentre a noi chi ci dice che è un falso? Il giornalista dice, nel video, chi è quello che si mette a stampare le schede false?

Proprio lui lo dice! Lo stesso individuo che qualche anno fa fece un video nel garage di una casa privata per fare lo scoop giornalistico… che poi sappiamo come la storia è andata a finire.

Nel bene o nel male i componenti del seggio sono dei pubblici ufficiali e non fanno altro che attenersi alle regole del gioco, si chiama democrazia. Le norme, per quanto farraginose, sono tali; si possono discutere, ma quelle sono e quelle abbiamo attuato. Se avremmo fatto diversamente, violando la legge, il giornalista in questione avrebbe sollevato domande o critiche?

Le procedure di identificazione sono state lunghe non a causa di inefficienza dei componenti, che mi sono onorato di farne parte, perché in sincerità, questo seggio in tanti anni che ho fatto lo scrutinatore e rappresentante di lista, non ho mai visto dei componenti leali e ligi alla legge come loro. E devo dare una nota personale al Presidente del seggio, che è stato semplicemente non bravo ma bravissimo.

Le settanta schede annullate e non contestate, cioè eliminate dal conteggio, per la maggior parte non avevano il tagliando nella busta grande, alcune dentro la busta piccola, in un caso c’era doppia scheda e in quattro casi c’erano dei doppioni. Ma notare che in alcune schede c’era anche il volantino propagandistico di una delle due liste.

Purtroppo, può piacere o no, ma ci siamo attenuti alla legge, che purtroppo non è una cosa che si fa alla Carlona. Se avessimo fatto le cose a nostra interpretazione e non delle leggi, pensare il casino e, tra l’altro, si rischia il penale e sinceramente non vorrei trovarmi domani con una denuncia sulle spalle, dopo 13 ore continue di lavoro.

Caro Paolo [finalmente possiamo indovinare chi sia il “famoso” giornalista. ndr] mi dispiace, ma noi non siamo rompicoglioni, semplicemente ci siamo attenuti alla legge, a meno che le leggi non vogliamo interpretarle all’Italiana, cioè a nostro piacimento. Ci sono delle regole. forse un po’ confuse, ma quelle ci sono e a quelle abbiamo fatto riferimento, nulla di più e nulla di meno.

Tra l’altro tre quinti dei componenti erano stati nominati dalla sua lista, e dopo quattro ore uno dei componenti espressi dalla lista Noi Italiani, per causa di salute ha dovuto abbandonare. Quindi il seggio era composto da tre quarti della vostra lista, peccato che tutti i componenti siano stati ligi alla legge… pensavate forse di controllare noi invece siamo stati noi a controllare voi.

La legge è legge, si può discutere ma queste sono le regole, assurde se vogliamo ma a quelle abbiamo fatto riferimento, era un seggio elettorale non una riunione del condominio, e ci siamo attenuti alle regole di democrazia!

Non si possono fare dei video dicendo alla gente sciocchezze, ne va della credibilità delle persone, e sinceramente a me non mi va che si butta fango mediatico sui componenti del seggio che sono stati degli ottimi compagni di viaggio e soprattutto, ribadisco, eccellentissimi nel loro lavoro! 

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