Le armi chiamano altre armi

La decisione del Consiglio dei ministri di inviare armi in Ucraina è una palese violazione della Costituzione. 

In Parlamento Draghi ha parlato di piani miliari, ma quasi nulla di iniziative diplomatiche. Con la diplomazia si raggiunge la pace e le armi chiamano altre armi che non aiuteranno neppure il popolo ucraino considerato la sproporzione tra gli eserciti in campo.

Inviare armi all’Ucraina per resistere all’invasione russa è come usare benzina per spegnere un incendio. Associazioni e movimenti per la pace, laici e cattolici, criticano la decisione del governo italiano. Inefficace e dannosa, prima che immorale.

Armare gli oppositori di Gheddafi ha portato la pace in Libia? E in Siria? In Afghanistan? E dovrebbe funzionare con Putin? 

La Nato già oggi spende 1.100 miliardi di dollari contro i 62 della Russia, 18 volte tanto. E solo l’Europa, senza la Gran Bretagna, 233 miliardi. È la prova che la deterrenza non ha senso. In 20 anni la spesa militare è quasi raddoppiata, 2mila miliardi nel 2020. Le quotazioni del comparto bellico sono passate dal 10 al 17% in pochi giorni.

Altre armi non fermeranno la guerra. “Una volta che il conflitto si scatena – dicono alla Comunità di Sant’Egidio – è incontrollabile, per questo serve un forte movimento per la pace”. 

L’unica strada è il negoziato e il dialogo. 

E dobbiamo avere ben chiaro che armare l’Ucraina ci fa entrare in guerra contro la Russia.

Quando gli Stati Uniti hanno armato gli oppositori dei Talebani, le armi sono finite nella mani di chi volevano combattere. È come liberalizzare il porto d’armi per combattere la criminalità. È la “diplomazia delle armi”, che ora ci sembra più nobile, ma segue le stesse dinamiche della guerra. Ammazzare un altro po’ di russi non convincerà Putin a fermarsi.

La condanna dell’invasione russa dell’Ucraina deve muovere nella direzione di fermare la guerra, ottenere il ritiro delle truppe e ricostruire le condizioni affinché la diplomazia riprenda la parola. Queste sono le strade che è necessario percorrere. 

Le bombe chiamano altre bombe. E non aiutano la pace. Aggravando, come in ogni guerra, le conseguenze drammatiche per i civili.

La difesa dell’integrità territoriale dell’Ucraina passa per un’offensiva diplomatica più forte e decisa e per un protagonismo politico dell’Europa che ancora stenta a prodursi.

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