L’incontro in una sede di un ente gestore di cui il Comites dovrà valutare la domanda di finanziamento non mi sembra la più adatta. Ma purtroppo, grazie agli sforzi amministrativi dei nostri rappresentanti la sede del Comites di Five Dock è stata chiusa e un posto vale l’altro considerato che gli uffici del consolato, di sera, sono chiusi. A volte anche di pomeriggio, ma questo è un argomento che tratteremo in futuro.
Le scuse del console, incapacitato perché ad Orange mi sono parse piuttosto scialbe, ma si sa, gli impegni consolari vengono prima e un sostituto è difficile da trovare in questi tempi di Covid e bla bla bla.
Ma c’era un Senatore che parla per mezz’ora e al momento della discussione sugli aiuti finanziari a questo settimanale, convenientemente si alza ed esce dicendo che deve fare una telefonata urgente. Convenientemente rientra a decisione presa e nemmeno si preoccupa di chiedere il risultato. Decisione politica presa in precedenza? Io credo di si perché il motivo del rifiuto da parte del segretario del PD a Sydney che guarda caso è anche presidente del Comites, ci ha accusati di essere un giornale politico.
Nessuno ti ha chiesto di giudicare la linea editoriale della pubblicazione e la tua decisione è prettamente politica e basata esclusivamente su rancori personali come hai ammesso “sono stato attaccato durante la campagna per le votazioni Comites”.
“Non me la sento di dare soldi dello stato ad una pubblicazione politica”. Nemmeno fosse la dichiarazione del ministro delle finanze.
La parte più bella è stata quella del voto, quando tutta la maggioranza in blocco, timidamente, ha alzato la manina per votare contrario. Una ovvia decisione presa in precedenza perché nessuno si è premunito di fare domande o chiedere spiegazioni. Nemmeno chiedere chiarimenti su una lettera denigratoria, stranamente inviata al console e girata a tutta Sydney il giorno della votazione. La lettera contiene notizie false e mi ero portato la documentazione per provarlo, ma nessuno ha chiesto la mia opinione. Si accusa e non si ascolta l’accusato.
Ma può un segretario del PD essere eletto presidente del Comites? Non c’era il conflitto di interesse una volta? Come posso chiedere giustizia al nostro senatore che, guarda caso fa parte anche lui del PD.
Come posso io, credente sostenitore della Sinistra, denunciare per falso ideologico uno del mio stesso partito?
Come fa una persona che lavora per una testata giornalistica votare a favore di un’altra testata giornalistica che lui stesso dichiara concorrente? Questo consigliere che fino a ieri credevo amico imparziale, ha dimostrato tutta la sua pochezza quando si tratta di democrazia. Il veterano giornalista, che da una ricerca risulta non essere iscritto all’Albo dei Giornalisti, sostiene convintamente che Allora! non sia un giornale ma solo dei foglietti scritti da persone comuni e che dovrà chiudere come tutti gli altri pseudo-giornaletti. Chissà perché tale individuo abbia chiesto sia a me che al mio collaboratore se eravamo disponibili ad andare a lavorare per la testata che “lui dice” di rappresentare. Onestamente non credo che la direzione di tale giornale sia a conoscenza del fatto e mi premurerò di informare i proprietari.
Noi non abbiamo concorrenti. E poi, concorrenza a che cosa? Noi siamo un servizio indipendente per la comunità. Puoi dire la stessa cosa della tua testata?
Onore al “vero giornalista” iscritto nell’Albo dei Giornalisti, sia italiano che australiano che, se non altro, non ha voluto infierire, astenendosi, contro un periodico che lui stesso dichiara necessario per la comunità.
La barzelletta della serata, non è stata quella degli spaghetti nel barattolo raccontata dal senatore, ma quella dell’ignaro consigliere che ha chiesto una sede per il Comites. Tra le risate di Maurizio e l’atteggiamento del presidente che ha fatto finta di nascondere l’imbarazzo. Forse l’ignaro “collega” non si rende conto che furono proprio loro, i dimissionari del Comites precedente che chiesero a gran voce la chiusura della sede, che già il Comites aveva ottenuto grazie al loro lavoro e ad un finanziamento straordinario.
La storia che uno fa e uno disfa non fa più ridere…
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