di Emanuele Esposito
La Camera ha scritto una pagina storica per gli italiani nel mondo. E questa pagina — piaccia o meno — porta un’impronta politica precisa: Giorgia Meloni e Andrea. Di Giuseppe hanno realizzato ciò che nessun altro governo aveva mai portato fino in fondo. Per oltre vent’anni, l’esenzione IMU era stata promessa, rinviata, riproposta e poi nuovamente dimenticata.
Oggi, invece, l’Italia ha finalmente scelto di agire: IMU azzerata o ridotta per circa 100.000 italiani all’estero proprietari di una sola casa nei piccoli comuni. Questo non è un annuncio: è legge. Una verità che va detta senza ipocrisie. La proposta in Aula porta la firma del deputato PD Toni Ricciardi, ed è corretto riconoscerlo.
Ma, ed è qui che sta la differenza rispetto al passato, questa volta il suo lavoro ha trovato una sincera apertura da parte del Governo Meloni e una disponibilità autentica al dialogo. Ricciardi, a differenza di altri esponenti del suo stesso partito negli anni precedenti, non ha cercato la passerella, i titoli sui giornali o il protagonismo personale.
Ha cercato la collaborazione, la squadra, la concretezza. E questa collaborazione è stata possibile perché c’era un governo disposto ad ascoltare e a condividere l’obiettivo, non a bloccare per principio ciò che veniva dall’opposizione. Questa è politica matura. Questa è la politica che gli italiani all’estero meritano.
Il risultato IMU non arriva da solo. È il quarto tassello di un percorso che nessun esecutivo precedente aveva completato: Riacquisto della cittadinanza Sbloccato dopo 19 anni di immobilismo. Rafforzamento dei consolati. Più personale, più risorse, più efficienza.
Tessera sanitaria AIRE fuori UE Un diritto ripristinato dopo anni di caos. Esenzione IMU e sconti TARI. La conquista di oggi.
Sono fatti. Sono norme approvate. Sono diritti restituiti.
E dietro tutto questo c’è un punto fermo: Giorgia Meloni ha inserito gli italiani all’estero al centro dell’agenda nazionale, e Andrea Di Giuseppe ha svolto un lavoro politico costante, puntuale, strategico.
Mentre altri si limitavano alle dichiarazioni o a fare opposizione sterile, Di Giuseppe costruiva dossier, mediava con i ministeri, dialogava con tutti i gruppi parlamentari. Senza questo lavoro, nessuna unanimità sarebbe stata possibile.
È stato lui a dare continuità ai dossier: cittadinanza, sanità, consolati, IMU. È stato lui a rendere credibile e forte la voce degli italiani all’estero dentro il Parlamento. E oggi i risultati parlano chiaro.
In un clima politico spesso segnato da divisioni inutili, Ricciardi ha scelto la via del dialogo, non quella del muro contro muro. Un approccio diverso dal passato, dove spesso alcuni esponenti del PD preferivano il tweet, l’intervista, la polemica. Ricciardi ha lavorato con discrezione, con metodo, rispettando la maggioranza e cercando convergenze.
E questo è stato possibile perché il Governo Meloni ha dimostrato disponibilità reale, non finta cortesia istituzionale. Questa volta l’opposizione non è stata ignorata. Questa volta la collaborazione c’è stata davvero. E il risultato lo vediamo oggi. È già iniziato il consueto tentativo di riscrivere la storia: “È merito nostro”, “Lo avevamo già proposto”, “Il governo ha solo ratificato”.
Ma la domanda è semplice: Perché il PD non lo ha approvato quando governava? Perché non l’hanno fatto i ministri loro, i loro premier, i loro sottosegretari? La verità è chiara:
Senza la volontà politica del Governo Meloni e senza la regia parlamentare di Di Giuseppe, questa legge non sarebbe mai passata. Nemmeno questa volta.
L’IMU ridotta o azzerata è una vittoria per tutti gli italiani all’estero, ma è anche la prova che: il Governo Meloni mantiene ciò che promette, Di Giuseppe è oggi la figura centrale per i diritti degli italiani nel mondo, Ricciardi ha dimostrato che l’opposizione può essere utile quando sceglie il dialogo, e che l’Italia ottiene risultati quando si mette da parte la propaganda e si lavora insieme.
Tre anni, quattro riforme storiche. La differenza tra chi annuncia e chi realizza. E oggi, finalmente, gli italiani nel mondo hanno un Paese che li ascolta e li tratta da cittadini veri, non da slogan elettorali
