Lo Stato: Uomini o Caporali?

Lo stato, quello fondato sulla sovranità che dovrebbe appartenere al popolo, non esiste. Lo Stato è fatto di uomini e donne che, come avviene in qualsiasi azienda privata, usano i mezzi a loro disposizione per il loro uso e consumo. I dirigenti pubblici, i “cosiddetti” manager sono la peggiore specie umana che Dio ha creato.

Tutto dipende da loro ed è proprio vero che “il potere logora chi non ce l’ha” … infatti dai loro uffici si sentono “Padreterni” di 20 metri quadrati, seduti su una bella poltrona, rigorosamente di pelle. Che Stato può essere quello che non rispetta i suoi cittadini, denigrandoli, offendendoli ogni giorno?

Le leggi ci sono, anche quelle morali e civili, però c’è una legge degli uomini che viene interpretata a secondo del dirigente di turno. Non importa se ti trovi in Italia o all’estero, e quando noi cittadini ci ribelliamo a questo potere autorizzato, veniamo trattati da “rompiscatole”. 

Li riconosci subito appena entri, le facce che fanno, tipica faccia di chi sta pensando “e mò questo che vuole?” A meno che non hai l’amico di turno che ti fa tutto lui senza nemmeno recarti allo sportello. Chi vive in Australia può capire la differenza: in vent’anni di Australia, non so quante volte mi sono recato in uffici pubblici, compreso banche, ho sempre fatto tutto online e con celerità e credo di non aver ricevuto alcun trattamento diverso da quello di altri.

Ho solo ricevuto ciò che mi spettava secondo gli standard degli uffici pubblici australiani. Recentemente ci sono state le elezioni comunali nel NSW, e per motivi personali ho votato online, orologio alla mano ci ho messo meno di cinque minuti, mentre per votare per i Comites, per esempio, ho dovuto fare un corso accelerato di pratica postale: capire prima come votare, poi come imbustare, sigillare, tagliandare ecc… semplicemente assurdo. E questo perché? Perché dietro ogni azione c’è una reazione. L’azione di un dirigente che magari quella mattina si è svegliato male.

Non voglio generalizzare, ma quando trovi il dipendente solerte, chissà perché tutto funziona liscio. Ce ne sono, ma purtroppo sono in minoranza. La maggior parte dei dirigenti sono frutto di quella politica malata, che ci portiamo dietro da decenni. Negli anno ’80, ma ancora oggi, la politica regalava posti come caramelle, pur di prendere un voto in più dell’avversario, promesse di voto in cambio di un posto di lavoro, pratica che funziona ancora soprattutto da Roma in giù, basta promettere e il gioco è fatto, non si guarda al curriculum. 

Per avere un posto basta essere amico di Tizio e ti ritrovi a dirigere un ufficio che forse non sai nemmeno dove si trova. Come nel film di Totò “Uomini o caporali”, la maggioranza degli “uomini” è costretta da sempre a subire e patire per mano della minoranza dei “caporali”, perennemente concentrata sul vessare con prepotenza e cattiveria gli “uomini”. 

Nelle parole che seguono, tratte dal dialogo fra Totò e il medico che lo esamina, è racchiuso il senso del film: “L’umanità, io l’ho divisa in due categorie di persone: Uomini e caporali. La categoria degli uomini è la maggioranza, quella dei caporali, per fortuna, è la minoranza. Gli uomini sono quegli esseri costretti a lavorare per tutta la vita, come bestie, senza vedere mai un raggio di sole, senza mai la minima soddisfazione, sempre nell’ombra grigia di un’esistenza grama.

I caporali sono appunto coloro che sfruttano, che tiranneggiano, che maltrattano, che umiliano. Questi esseri invasati dalla loro bramosia di guadagno li troviamo sempre a galla, sempre al posto di comando, spesso senza averne l’autorità, l’abilità o l’intelligenza ma con la sola bravura delle loro facce toste, della loro prepotenza, pronti a vessare il povero uomo qualunque. 

Dunque dottore ha capito? Caporale si nasce, non si diventa! A qualunque ceto essi appartengano, di qualunque nazione essi siano, ci faccia caso, hanno tutti la stessa faccia, le stesse espressioni, gli stessi modi. Pensano tutti alla stessa maniera!”

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