Un lunghissimo ma interessante incontro via Zoom dei Presidenti dei Comites d’Australia è stato organizzato dallo Stato ospitante del Victoria; vi hanno partecipato anche, con un esauriente e completo intervento, i nostri rappresentanti On. Francesco Giacobbe e On. Nicola Carè.
I due politici hanno confermato il completo disinteresse della politica in generale, per gli italiani residenti all’estero. Alla fine del loro lungo e articolato intervento, hanno dato l’impressione di essersi resi conto che questa inspiegabile fretta di procedere con le elezioni dei Comites in un momento così particolare ed in completo isolamento causa del famigerato Covid 19, forse non è una buona idea.
Se prima votavano in quattro gatti, ora si rischia di dimezzare l’afflusso alle urne! Il nostro corrispondente, legato davanti al computer per 5 ore ininterrotte di piattaforma zoom senza neanche una pausa caffè, ha visto nel piccolo quadratino a destra del suo lap-top il Console Generale Dott. Pierluigi Trombetta che, in procinto di trasferimento, ha salutato garbatamente augurando un buon proseguimento. E se n’è andato… Questa procedura è nota anche nel NSW: si partecipa, si leggono quattro parole e si cerca l’uscita. Devono averlo imparato alla stessa scuola.
Secondo il programma, si è iniziato con gli interventi degli enti gestori, un altro modo di chiamare il Coasit, che in coro hanno lamentato una cronica scarsità di finanziamenti ed un progressivo allarmante disinteresse per la nostra lingua. Quindi, se ben capisco, con più soldi la lingua cresce, senza “pecunia” si rattrappisce. Interessante il fatto che fossero tutti d’accordo: vogliamo più soldi! Non è stato spiegato bene cosa faranno con quei soldi, anche perché quella non era la piattaforma giusta, qualcuno avrebbe carpito il segreto di come fare a “pianger cassa”.
Inoltre hanno incolpato una famigerata circolare n. 3, che confesso non aver letto, anche perché nessuno l’ha resa pubblica, e che sembra essere la madre di tutti i problemi. Che sia altro goffo tentativo per screditare i Comites e decretarne la chiusura? Ma vuoi proprio vedere che saranno i Comites a dare il parere “non vincolante” per i fondi agli Enti gestori? Quasi quasi converrebbe agli enti gestori mettere in piedi una squadra e partecipare alle prossime elezioni dei Comites.
Con qualche Console compiacente la cosa potrebbe anche funzionare! Dopo tutti questi chilometrici interventi, non è rimasto molto tempo a disposizione dei Presidenti Comites che, in ogni caso, cosa avrebbero potuto dire? Le decisioni non le prendono certo loro! Dava proprio l’impressione che, terminato il motivo principale dell’incontro “più soldi agli enti gestori” il piccolo inconveniente se votare o meno a chi vuoi che interessasse? Tanto, non vota nessuno nemmeno s’è bel tempo, immaginiamo oggi che piove!
A parte il Queensland, ancora non in chiusura totale, tutti gli altri Stati hanno evidenziato grandi difficoltà per procedere alla presentazione delle liste, al macchinoso sistema di voto, le firme, per non parlare dello spoglio dei voti. A meno che… questo non avvenga a porte chiuse. Ma non mi meraviglierei più di tanto anche se così accadesse.
Tutti i Presidenti in coro hanno intonato la canzone del maggio… cioè la possibilità di rimandare a maggio 2022, le operazioni di voto. Dubito che qualcuno abbia ascoltato il grido di dolore dei nostri cari rappresentanti, anche perché la cosa stava andando troppo per le lunghe. Il “nostro” ha protestato dicendo che “Avete parlato sempre voi e adesso che tocca a noi ci fate fretta…” Non si è capita bene la risposta. Forse un po’ di statico perché, si sa, con il Covid-19 anche Zoom, specie se non vaccinato, può produrre interferenze. Una settimana dopo, da Melbourne, è arrivato un comunicato ufficiale in cui si dicono preoccupati per la crescita dei contagi in Australia.
Ma guarda un po’, lo sanno pure a Melbourne e chiedono “a gran voce il rinvio delle elezioni Comites”. La voce non deve poi esser stata tanto forte, perché subito dopo il Ministero degli Esteri ha fatto sapere che si voterà il 3 dicembre e basta! Un arrangiatevi voi che fa capire quanto a cuore gli italiani all’estero stiano ai burocrati in Patria.
Il costo di tali importantissime votazioni a cui, se andrà bene, parteciperà il 3% aventi diritto al voto, dovrebbe essere un misero finanziamento da 9 milioni di euro anche se ieri, nel bollettino del Ministero, la cifra era salita a 12 milioni. Ma con tutto il bene che voglio agli enti gestori, non era meglio dare a loro direttamente i 12 milioni e smetterla con questo teatrino delle votazioni degli italiani all’estero?
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