Per evitare che il passato possa tornare

Chissà se i due italiani arrestati in Germania per aver fatto il saluto nazista conoscono la storia di Franco Leoni Lautizi. Probabilmente no, e probabilmente non conoscono nemmeno la Storia in generale. Franco non aveva ancora compiuto 6 anni quando fu travolto dalla furia nazista: era il 29 settembre 1944, e quattro reparti delle truppe tedesche, guidati da repubblichini, accerchiarono tutta la zona circostante il Monte Sole, in provincia di Bologna.

Poi aprirono il fuoco e si lanciarono all’assalto di case, scuole, chiese, assetati di sangue e distruzione. Ovunque arrivavano, uccidevano tutti a colpi di mitragliatrice. Qualcuno fu decapitato. Uccidevano i neonati in braccio alle loro madri. Lanciavano bombe a mano. Franco Leoni Lautizi stava scappando con sua mamma, incinta al nono mese, e sua nonna, ma furono intercettati dai soldati che iniziarono a sparare. Provarono a nascondersi dietro a un pagliaio, ma inutilmente: furono colpiti tutti e tre. La nonna morì sul colpo, e il piccolo Franco si salvò solo perché la mamma, Maria Martina Sassi, gli fece scudo con il suo corpo. Lui, ferito e sanguinante, rimase per ore nascosto sotto i cadaveri, e così riuscì a salvarsi.

Uno dei pochissimi superstiti di una strage che durò sei giorni, fino al 5 ottobre, e terminò con un terribile bilancio: 770 persone uccise, 216 bambini. Uno dei più terribili crimini della Seconda guerra mondiale. Franco Leoni Lautizi, però, non si lasciò sopraffare dall’odio, ma al contrario, comprese l’importanza del perdono per riconciliarsi con il suo passato dolorosissimo. “Un giorno la vita mi ha colpito così forte, che mi ha insegnato a resistere”.

E Franco Leoni Lautizi ha continuato a resistere, fino alla morte, un paio di anni fa, continuando fino all’ultimo a portare la sua storia nelle scuole, per testimoniare il valore universale della pace, e far conoscere alle nuove generazioni gli orrori della guerra. Per evitare che il passato possa tornare. Ditelo a quei due ragazzi…

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