Quando l’Italia si ricorda chi è, illumina il mondo

di Emanuele Esposito

Ci sono serate che non si dimenticano. Non per il vino, non per i vestiti, non per le foto sui social, ma per quel calore che senti nel petto, come un nodo di orgoglio, gratitudine e un pizzico di malinconia. La malinconia dolce di chi pensa: “Sì, questa è l’Italia che amo. Questa è l’Italia che vorrei vedere ogni giorno.”

L’Italian Design Day 2025 a Sydney è stato tutto questo, e molto di più. Siamo stati ospiti in un luogo bellissimo, Mobilia, che è molto più di uno showroom. È una casa del design, sì, ma anche una cattedrale silenziosa dove ogni oggetto racconta la nostra storia, dove il legno, la pelle, la luce parlano l’italiano della bellezza. Ogni dettaglio sembrava avere un’anima propria, pronta a comunicare qualcosa di unico. Ma quella sera, tra le luci calde e il profumo di caffè appena tostato, è successo qualcosa di raro: ci siamo sentiti a casa.

E questo non succede per caso. Succede perché ci sono persone che credono profondamente in quello che fanno, che lavorano non per “organizzare un evento”, ma per onorare un’identità. Succede quando c’è una squadra che non pensa in piccolo, ma in grande, che non fa solo promozione, ma diplomazia culturale vera, fatta di emozione e sostanza, e con una cura per i dettagli che spesso sfugge all’occhio distratto.

Se c’è un volto che racchiude tutto questo, è il suo. Simona Bernardini non ha solo parlato al microfono: ha parlato con gli occhi, con il cuore, con ogni fibra del suo essere italiano. Era lì in piedi, elegante, forte, fiera… ma anche emozionata. E quell’emozione vera, non trattenuta, è stato il momento più bello della serata.

Perché si vedeva, si percepiva, quanto ama il suo lavoro, quanto tiene all’Italia, quanto sente la responsabilità di rappresentarla, di portarla nel mondo non come bandiera da sventolare, ma come dono da condividere, con passione e dedizione.

Ecco, Simona Bernardini è questo: una donna italiana che ama l’Italia come si ama una figlia o una madre, con rispetto, con devozione, con quella fierezza che non ha bisogno di parole. Un grazie enorme va anche a Sam e Mirella Fazzari. Quello che hanno costruito qui in Australia è molto più di un business: è una missione culturale. Hanno portato qui il meglio dell’Italia, il design, la cura, la precisione, il gusto e lo hanno fatto con un amore che si sente in ogni pezzo esposto, in ogni scelta curata, in ogni dettaglio, e che trasmette una sensazione di casa anche a chi viene per la prima volta.

Mobilia non vende mobili: Mobilia custodisce l’anima del Made in Italy. Un altro grande grazie va a Ciro Carroccio, capo dell’Ufficio Commerciale dell’Ambasciata, all’Ambasciatore Paolo Crudele e a Ilaria Rotili, vice console del Consolato di Sydney. Perché troppo spesso critichiamo “le istituzioni italiane” e troppo raramente le ringraziamo quando funzionano. E quella sera hanno funzionato: si sono sentite presenti, vicine, vere, con sorrisi sinceri, parole attente e un’umanità che spesso manca in occasioni formali.

Questo è il Sistema Italia che vorremmo vedere sempre: unito, orgoglioso, capace di fare squadra, aperto a nuove idee e pronto a valorizzare le eccellenze. La magia di questa serata non è venuta solo dagli arredi o dai discorsi: è venuta da una sensazione collettiva, un’energia che scaldava la stanza, un pensiero che ci univa tutti, anche senza dirlo: “Quando ci ricordiamo chi siamo, nessuno ci batte.”

Perché l’Italia è testa e cuore, mani che sanno fare, occhi che sanno vedere e voci che sanno raccontare. E quando queste parti si uniscono, il mondo si ferma ad ascoltare, rapito da tanta autenticità e bellezza. A Simona Bernardini, dico grazie: per la sua forza, per la sua grazia, per la sua dedizione che commuove. A Mobilia, grazie per custodire la bellezza con tanto amore e rispetto. All’Ambasciata, al Consolato, grazie per dimostrare che l’Italia può essere istituzione e calore allo stesso tempo.

E a noi italiani, ovunque siamo nel mondo, un promemoria: difendiamo, lodiamo e sosteniamo chi rappresenta il meglio di noi. Non lasciamoli soli. Non lasciamo che l’eccezione diventi invisibile. Perché se è vero che a volte l’Italia si perde… è ancora più vero che quando l’Italia si ritrova, brilla più di tutti, più luminosa che mai.