Quante balle parole

“Rafforzare il legame tra gli italiani all’estero e la madrepatria. Ricostruire e rilanciare un rapporto costruttivo e virtuoso tra l’Italia e le collettività italiane e italiche presenti nel mondo è un imperativo categorico e necessario”

Il solito disco, le solite parole che noi illusi italiani all’estero sentiamo e leggiamo ogni qualvolta c’è un appuntamento, un convegno dove al centro ci sono le tematiche degli italiani nel mondo. 

Io sinceramente mi sono rotto le palle di sentire sempre le stesse buffonate, incomincio a pensare seriamente che la rappresentanza parlamentare estera debba essere messa sotto accusa, bisogna fare un analisi delle cose che questi signori hanno fatto.

Basta con il buonismo, basta sempre trincerarsi dietro le scuse, l’economia, la pandemia, i governo che cambiano, qui dobbiamo essere obbiettivi e dirci le cose in faccia, ma questi signori ben pagati servono o no?

Io stesso che mi accingo ad essere uno dei candidati per questo posto, mi pongo delle domande, sarò in grado di portare al termine il programma che ho presentato alla mia gente, o mangerò la mela come è avvenuto per tutti gli onorevoli e senatori presenti in parlamento?

Un rappresentante in quanto tale deve, ha l’obbligo morale, civile e soprattutto deve avere il rispetto prima dei suoi elettori e poi di quello che durante la campagna elettorale ha detto o scritto, sappiamo tutti che al minuto successivo la chiusura dei seggi l’eletto si dimentica come un demente da chi è stato votato ma soprattutto perché è stato eletto.

Spero in Dio, se ho la fortuna è la capacità di essere eletto di non diventare come questi soggetti smarriti, perché allora non solo tradirei la mia storia e le pagine scritte sia su questo giornale sia le cose dette nel mio podcast, tradirei me stesso prima che chi mi ha dato fiducia, e sono una persona che non ama fare brutta figura.

Voglio sperare che ci siano altre persone come me a pensarla così , voglio sperare che alle prossime elezioni politiche la gente, la mia gente quella che voglio presentare e non rappresentare in parlamento abbiano il coraggio di non essere usati, come avviene, di votare per loro stessi e non perché qualcuno gli dice di farlo.

Ho paura per questa mia nuova avventura, perché ho paura di sbagliare, di deludere, di non essere all’altezza, perché come ho scritto prima non voglio diventare come questi che ci sono oggi, mi vergognerei andando in giro.

Non esiterei un attimo a dimettermi nel momento che mi rendo conto che sono solo un numero, come spero che non sia così, credo nella politica quella con la “P” maiuscola, credo fermamente nei valori Cristiani e nella nostra costituzione e per questo motivo sono convinto che con abnegazione impegno concreto come si dovrebbe fare, come di fa in una qualsiasi azienda privata, altrimenti vieni licenziato, con questo spirito, con questa convinzione sono certo che poche cose si possono ottenere, anche facendo guerra civile in parlamento.

Spero presto che il mondo degli italiani all’estero possa veramente essere liberato dai falsi incravattati.

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