di Emanuele Esposito
La Camera dei Deputati ha approvato una proposta di legge che introduce una nuova possibilità per gli italiani residenti fuori dall’Unione Europea e dall’area EFTA: ottenere la tessera sanitaria nazionale tramite il versamento di un contributo annuale.
La misura, che ora passa all’esame del Senato, è stata accolta con reazioni contrastanti tra i parlamentari eletti nella Circoscrizione Estero. Il promotore dell’iniziativa, Andrea Di Giuseppe (Fratelli d’Italia), eletto in Nord e Centro America, ha definito la riforma «una misura di civiltà e giustizia» che pone fine a un disagio storico per molti connazionali.
Finora, gli iscritti AIRE residenti in Paesi extra-UE e non aderenti all’EFTA non avevano accesso al Servizio Sanitario Nazionale se non per cure urgenti.
«Da oggi – ha spiegato Di Giuseppe – chi mantiene un forte legame con l’Italia e torna per assistere i propri familiari o per motivi di salute non sarà più escluso dai percorsi di cura». L’adesione sarà gratuita per i minori.
Di tutt’altro avviso Franco Tirelli (MAIE), che ha votato contro il provvedimento. Il nodo principale è il contributo annuo di 2.000 euro, ritenuto eccessivo e controproducente. «Invece di avvicinare gli italiani all’estero al proprio Paese, li allontaniamo», ha dichiarato. Per Tirelli, agli iscritti AIRE sarebbe dovuto essere garantito il medesimo trattamento sanitario dei residenti in Italia, senza oneri aggiuntivi.
«In molti Paesi del mondo – ha sottolineato – un cittadino all’estero può usufruire gratuitamente del sistema sanitario nazionale». A chiarire i contenuti della legge è intervenuto Fabio Porta (Partito Democratico), eletto in America Meridionale. Porta ha precisato che la nuova norma non modifica in alcun modo le tutele già esistenti: restano infatti garantite le prestazioni d’emergenza, l’assistenza per tre mesi e tutte le coperture previste dagli accordi bilaterali.
L’iscrizione completa al SSN tramite contributo, ha ricordato, è solo una facoltà aggiuntiva. Pur non condividendo l’importo dei 2.000 euro, il PD ha sostenuto la cornice generale della riforma, chiedendo invano contributi proporzionati al reddito e l’esenzione per studenti e pensionati. Soddisfazione, seppure parziale, anche da parte del democratico Cristian Di Sanzo, che aveva presentato una proposta di legge sul tema.
Ha ricordato l’esigenza crescente di molte famiglie e studenti che trascorrono lunghi periodi in Italia, senza accesso alle cure non urgenti.
Pur ritenendo insufficiente la versione approvata, soprattutto per l’obbligo di pagamento continuativo, Di Sanzo riconosce nella legge «un passo avanti» e auspica ulteriori correttivi nei prossimi provvedimenti.
