Servizi consolari, il sistema ha bisogno di una scossa

Le campagne elettorali sono il tempo in cui si ascoltano maggiormente i malumori della comunità. Chiacchierando, di casa in casa, da una famiglia all’altra, ci si rende conto quali siano le problematiche pressanti per i connazionali e quali soluzioni si possano offrire. 

Se agli italiani che devono registrarsi per le elezioni gli spieghi che il ComItEs è l’organo di rappresentanza degli italiani all’estero nei rapporti con il consolato, allora apriti cielo! Ti ritrovi a dover rispondere ad una raffica di domande su come mai i servizi consolari non siano a portata del cittadino. SPID, internet, appuntamenti, password, errori di schermata e molto altro ancora. Allora ti accorgi che il tuo raggio di azione per risolvere i cavilli è piuttosto limitato.

Visto che ambasciator non porta pena, ripropongo il commento di un amico, il quale si chiede, “come mai il consolato a Sydney funziona molto male? Nel senso, chiami e non risponde mai nessuno (estremizzo, ma a chiunque chiedi, ti risponde lo stesso), aperti 2 ore al giorno che se devi andare devi per forza organizzarti la giornata; 7/8 sportelli, ci sono 3 persone … etc. etc.” Per rispondere al quesito dell’amico, un candidato ha giustamente pensato che “saranno sotto staff,” e la cosa può essere anche veritiera, ma c’è da chiedersi il perché, malgrado la necessità del servizio per un numero di utenti consistentemente in crescita, il Ministero non aumenti il numero di dipendenti consolari.

Sembrano finiti i tempi quando i passaporti si facevano a vista, e non c’era bisogno di un appuntamento per recarsi al Consolato e ricevere assistenza burocratica. Eppure, molti degli uffici di una volta all’interno delle strutture consolari oggi non ci sono più, come anche la mole di cartaceo che una volta si produceva, oggi è stato rimpiazzato dai sistemi digitali. 

Malgrado ciò, da una recente rilevazione sul portale Premot@mi del Ministero degli Esteri, sono emersi i seguenti dati, relativi ai tempi per un appuntamento consolare a Sydney e Melbourne di cui riportiamo la tabella in
questo articolo.

Ma se andiamo più nello specifico, un collega, italo-australiano, ha recentemente vinto una borsa di studio per recarsi ad insegnare in un istituto superiore in Europa. Nato a Sydney, da genitori italiani, non era mai stato iscritto all’AIRE o all’anagrafe consolare. Ora, a 23 anni circa, si ritrova a dover fare la trafila per applicare per la cittadinanza iure sanguinis. L’ultima volta che ha controllato, l’appuntamento disponibile era per il mese di aprile 2023.

Allorché mi ha chiamato per sapere se potevo fare qualcosa per lui. Garbatamente ho risposto che purtroppo in queste materie, il ComItEs generalmente ne esce con le ossa rotte. Alle lamentele, o meglio, dovute osservazioni sull’efficienza dei servizi consolari, sembra alzarsi un muro di silenzio da parte delle autorità. Dovendosi recare a Roma nel settembre 2022, il collega purtroppo non potrà giungere in Italia con il passaporto italiano, pur avendone pieno diritto, a causa dei lunghissimi tempi di attesa. Sembra incredibile, ma è veramente così.

Forse, un giorno, i nostri rappresentanti politici ci diranno perché bisogna attendere 469 giorni per un appuntamento. Non basta pubblicare un’informativa sul sito web del Consolato per dire che tutti ne vengono a conoscenza. La stragrande maggioranza dei connazionali non visita il sito istituzionale del Consolato, non conosce o non può avere accesso al sistema SPID, mentre recepisce abbastanza bene i brevi messaggi e magari un link o due attraverso la pagina Facebook o ancora meglio, la facilitazione di un ufficio dove può telefonare e ricevere informazioni, anche di base, ma pur sempre immediate.

Le istituzioni le fanno le persone e questo, il Console di Sydney Dott. Arturo Arcano (2015-2019) lo sapeva bene. Durante una seduta pubblica del ComItEs, mentre si discuteva su come utilizzare al meglio la pagina social del Comitato, il Console ebbe a dire, “vedete la pagina del Consolato, dove ora trovate foto, annunci, bandi e quant’altro? Non posso permettermi un dipendente per la comunicazione, quindi, diciamola tutta… il webmaster del Consolato sono io!” Siccome non tutti hanno pari volontà e livello di abnegazione, è il sistema che ha bisogno di effettuare cambiamenti radicali al fine di tornare a venire incontro alle esigenze dei cittadini.

La promozione dell’Italia fuori dai confini nazionali passa anche dall’efficienza dei suoi uffici sparsi in giro per il mondo. (Marco Testa)

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