Che gli italiani all’estero, e ancor più il CGIE, contassero poco forse lo si era intuito, ma se non bastasse, ci ha pensato il Direttore Generale Luigi Maria Vignali a ricordare alla prima Assemblea dopo il voto di rinnovo, in una “battuta” colorita, che ‘chi lascia la strada vecchia per la nuova sa quello che perde ma non quello che trova.’
Il Consigliere Paolo Brullo aveva suggerito che le problematiche sugli italiani nel mondo, che riguardano vari ministeri come sanità, finanze, scuola e pubblica amministrazione sarebbero meglio affrontate se tutte le competenze fossero trasferite alla Presidenza del Consiglio.
E lo scorporo della Direzione Generale dal Ministero degli Esteri per aggregarla alla Presidenza del Consiglio potrebbe anche funzionare, almeno in teoria.
Se non fosse che in risposta a questa condivisibile idea, il Direttore Generale ha voluto ricordare che “chi vi conosce bene, chi conosce bene il mondo dell’immigrazione, chi si interessa con passione, con fatica, magari, con costanza è questo Ministero e questa Direzione Generale.”
E aggiunge, “Io voglio vedere, chi si filerebbe il CGIE alla Presidenza del Consiglio?
A chi importerebbe dei problemi italiani all’estero concretamente? Chi avrebbe la gestione ogni giorno per giorno dei problemi degli italiani all’estero? Sarebbe un errore!”
Insomma, ecco quanto contano le leggi in Italia, quanto contiamo noi e soprattutto quanto contano i nostri
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