di Emanuele Esposito
C’è una regola non scritta che si ripete puntuale ogni fine anno: si tirano le somme di quello che è stato e si stilano i buoni propositi per ciò che verrà.
Propositi che, nella maggior parte dei casi, restano tali, spesso non per mancanza di volontà, ma per fattori esterni, per la vita che decide di intervenire senza chiedere permesso.
Questo, per me, è stato un anno difficile dal punto di vista personale. Ho attraversato situazioni complesse, momenti duri, ma li ho affrontati come ho sempre fatto: in silenzio, con serenità e senza chiedere aiuto.
Non perché sia un eroe, ma perché credo che chi ti sta davvero accanto non abbia bisogno che tu chieda: dovrebbe capire, percepire, esserci. Ma questa è un’altra storia, e forse anche una grande illusione.
La verità è che nella vita le delusioni superano spesso le gioie. Come disse qualcuno, incontrerai molte maschere e pochi volti. È amaro dirlo, ma è così. Nonostante tutto, io ci sono stato. Sempre. Accanto a voi.
Ho cercato, articolo dopo articolo, di raccontare la realtà degli italiani all’estero, senza sconti e senza infingimenti. Ho scritto di diritti, di mancate risposte, di burocrazia, di cittadinanza, di IMU, di sanità.
Ho toccato anche la politica, inevitabilmente, perché la politica incide sulla nostra vita. Ma una cosa voglio dirla con chiarezza: non ho mai usato queste pagine per fare propaganda. Me ne sono sempre guardato bene.
Ho scritto di fatti. E i fatti, che piaccia o no, dicono che il governo Meloni – il primo guidato da una donna – in tre anni ha fatto più di quanto la sinistra non abbia fatto in undici anni di governo.
Questo non è uno slogan. È un dato di realtà. Possiamo discutere, legittimamente, sulle singole misure: cittadinanza, IMU, tessera sanitaria. Possiamo dire che non sono perfette, che vanno migliorate. ùMa ieri avevamo zero. Oggi abbiamo almeno un punto di partenza. E io preferisco un punto da cui partire piuttosto che il nulla assoluto.
Come scrissi già il primo novembre scorso nell’articolo “Esteri e un decennio di manovre a confronto”, questo governo è il primo ad aver stanziato 50 milioni di euro per gli italiani all’estero. I governi di centrosinistra, nel loro massimo sforzo, si erano fermati a 30 milioni. Anche questo è un fatto.
Oggi alcuni esponenti della sinistra e alcuni nostri rappresentanti all’estero fanno quello che sanno fare meglio: propaganda. Saltano sul carro dei vincitori e raccontano una realtà rovesciata.
C’è persino chi sostiene che questo governo abbia fatto solo tagli. Dichiarazioni gravi, che dovrebbero essere supportate da numeri, non da comunicati stampa.
Io invito chiunque a smentirmi pubblicamente, dati alla mano. È vero: parte di questi risultati è arrivata anche grazie al lavoro delle opposizioni in commissione, attraverso emendamenti. Ma se quegli emendamenti sono stati approvati e votati, significa che la maggioranza ha scelto di ascoltare.
Perché senza i voti della maggioranza, puoi presentare mille emendamenti, ma restano carta. La logica, quella semplice, ci dice che quando maggioranza e opposizione lavorano insieme si possono portare a casa risultati concreti per gli italiani all’estero. È così difficile dirlo?
Se siete così bravi, perché nei governi precedenti queste misure non sono mai state fatte? Forse perché degli italiani all’estero, semplicemente, non importava nulla?
Il MAIE, oggi in maggioranza, ha presentato un pacchetto di emendamenti già approvati in commissione e destinati a passare anche in Aula.
Tra questi, l’esonero della tassa sulla cittadinanza per i minori: una misura che vale quasi 5 milioni di euro. Non spiccioli. Sono stati aumentati i fondi per gli enti gestori, per gli Istituti Italiani di Cultura, per CGIE e Comites.
Questa manovra dice una cosa chiara: questo governo guarda davvero agli italiani all’estero. Ora sono curioso di vedere se gli eletti all’estero del centrosinistra voteranno contro tutto questo.
Manca poco per scoprirlo. Una cosa è certa: questo governo ha messo più risorse per gli italiani nel mondo di tutti i governi precedenti. Il resto sono favole. E di chi racconta favole, dopo anni di prese in giro, è giusto diffidare.
Per quanto mi riguarda, chiudo quest’anno con una sola soddisfazione: non aver mai preso in giro i lettori.
Ho raccontato fatti, verità verificabili, certezze. I propositi per il prossimo anno? Non li so ancora. Sto valutando nuove opportunità, nuove strade. Sento il bisogno di una pausa.
Vorrei, con tutto l’amore possibile, portare avanti un progetto serio che restituisca dignità a voi. Non so se ci riuscirò.
Ma so una cosa: io non tradisco mai nessuno. È forse un mio difetto. Sono stato tradito tante volte, spesso da chi meno me lo aspettavo. Ma in un mondo che dà più valore alle cose frivole che ai rapporti umani, questo è quasi normale.
Vi auguro un buon Natale e un felice anno nuovo. L’anno che verrà sarà intenso. Io farò sempre la mia parte. Continuerò a difendere i vostri diritti, con fermezza. Sarò sempre la spina nel fianco di chi vi prende in giro.
Ovunque io sia, ci sarò. Grazie per questo anno di fiducia e di affetto. Chiudo con le parole del nostro direttore, l’ultimo grande comunista: “Andiamo avanti.” Io lo farò. Con convinzione. Sempre
