Un referendum per salvare la stampa italiana all’estero

Incresciose vicende hanno colpito nei mesi scorsi il quotidiano italiano Gente d’Italia di Montevideo in Uruguay e il periodico Allora! di Sydney, in Australia, con il voto contrario di singoli diplomatici e dei rispettivi Com.It.Es. ai contributi alla stampa estera erogati dalla Presidenza del Consiglio. 

I pareri forniti dai singoli diplomatici e dai membri dei Com.It.Es. si sono spinti ben oltre i riferimenti normativi, con giudizi di carattere personale contro i soggetti responsabili e associati alle testate giornalistiche, in contrasto con la linea editoriale delle testate stesse.

I consolati e i Com.It.Es., in entrambe le occasioni, hanno di fatto anteposto le proprie convinzioni personalistiche all’imparzialità della pubblica amministrazione, palesando l’assoluta inadeguatezza delle norme che affidano ai consolati e ai Com.It.Es. il compito di fornire pareri e attestazioni sulla stampa italiana all’estero.

Pertanto, si propone l’istituzione di un referendum abrogativo incentrato su tre quesiti per l’abrogazione dei seguenti articoli di legge, al fine di evitare che i risentimenti personali e politici di addetti consolari e di alcuni membri dei Com.It.Es che ambiscono a ricoprire incarichi politici continuino a ledere il diritto alla libera stampa, del pensiero e delle opinioni, come sancito dall’Art. 21 della Costituzione Repubblicana.

Art.2, comma 4, lettera h) della Legge 286/2003, nella parte “esprime parere obbligatorio, entro trenta giorni dalla richiesta, sui contributi accordati dalle amministrazioni dello Stato ai locali mezzi di informazione.”

Art. 21, comma 3, lettera b), del Decreto Legislativo 70/ 2017, nella parte,“attestati dal competente capo dell’ufficio consolare italiano di prima categoria.”

Art 23, comma del Decreto Legislativo 70/ 2017 nella parte “con il supporto del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, con particolare riguardo all’acquisizione della dichiarazione da parte del competente capo dell’ufficio consolare italiano di prima categoria attestante che il periodico è diffuso presso la comunità italiana presente nel Paese di riferimento e riveste interesse per la stessa”.

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