Una donna al Quirinale

Nel caos politico italiano entra nel vivo la partita per il Quirinale il parlamento non sembra avere le idee chiarissime. Al caos che regna sovrano nei partiti del fronte giallorosso si sovrappone però una voce, una richiesta che sa molto di uno slogan vuoto senza alcun significato concreto. 

E così a sinistra si torna a fare pressing per eleggere una donna come prossimo presidente della Repubblica. Cosa che tra l’altro ho auspicato 8 marzo scorso su questo giornale, quando dedicammo un’intera edizione alla festa della donna. 

Portare al colle una donna è segno di maturità civile di un paese, però, ovviamente deve avere le capacità e doti politiche, in sostanza non eleggere una donna in quanto tale. 

Sono rimasto un po’ con il dubbio nonostante abbia apprezzato che l’appello di scommettere su una quota rosa abbia preso parte diverse donne. Da Michela Murgia a Fiorella Mannoia passando per Luciana Littizzetto. È stato chiesto alla politica di non “rimandare ancora questa scelta”, di fare in fretta nell’elezione di un capo dello Stato al femminile. Il punto è sempre lo stesso: è stato proposto un nome? È stata avanzata una candidatura ben specifica? Niente di tutto ciò. La solita mossa per dire tutto e non dire niente. 

A fornire qualche primo nome è stata Dacia Maraini, la prima firmataria dell’appello di intellettuali e artiste per il Quirinale. Intervistata da Il Fatto Quotidiano, la scrittrice ha ribadito come sia arrivato il momento di far rappresentare il vertice dello Stato da una donna. E ha provato a fare qualche nome: Rosy Bindi, Marta Cartabia, Emma Bonino, Anna Finocchiaro, Paola Severino, Roberta Pinotti.

Le ritiene tutte “assolutamente all’altezza di questo onore e questa responsabilità”. E considera normale il suo augurio che venga premiato un profilo di sinistra: “Sono una donna di sinistra, vorrei al Colle una personalità di sinistra. Poi, ovviamente il capo dello Stato deve essere al di sopra delle parti, ma essere imparziali non significa non avere un pensiero e una storia personale”.

Strano che tra milioni di donne in giro la Mariani non abbia fatto un solo nome di una protagonista femminile di destra, eppure c’è ne sono. 

Tra le donne fuori dalla cerchia politica, vedrei bene la Gabanelli, per fare un nome su tutti, politicamente invece trovo adatta al ruolo la senatrice Paola Binetti, una donna, un medico di grande spessore, tanto per fare un nome qualunque, perché anche tra le donne oltre la sinistra ci sono personaggi adatti al ruolo, meno politicizzati.

Ma saranno i numeri ad avere l’ultima parola e i numeri, dicono, che il centrodestra ha le carte in regola per eleggere un proprio capo dello Stato. La sinistra deve metterselo in testa: è certamente nelle sue prerogative partecipare al dibattito e provare a fare il gioco politico, ma a questo giro il centrodestra conta numericamente di più.

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