Non solo moda, cibo e design. Il Made in Italy industriale continua a espandersi nel mondo, questa volta entrando in uno dei settori più strategici: il mining australiano.
La modenese Usco Spa, leader globale nella componentistica aftermarket e OEM per macchine movimento terra, ha annunciato il completamento dell’acquisizione di Schlam Payload, azienda con sede nell’Australia Occidentale specializzata nella produzione di pianali per camion minerari e accessori di carico.
Fondata nel 1996, Schlam Payload ha registrato nell’anno fino a giugno 2025 un fatturato superiore a 250 milioni di dollari australiani, con operazioni avviate anche nelle Americhe e in Cina.
L’azienda è leader nella produzione di “truck beds” con capacità oltre le 200 tonnellate, elemento cruciale per l’efficienza del settore minerario. Tutti i dirigenti chiave resteranno in carica e David Haslett continuerà a ricoprire il ruolo di CEO.
Per noi, Schlam Payload rappresenta un’opportunità significativa per espanderci nel settore minerario – ha spiegato Massimo Galassini, fondatore e presidente esecutivo di Usco – nonché per rafforzare la nostra presenza nel mercato australiano e ampliare la nostra offerta con i pianali per camion. Siamo entusiasti di collaborare con il team di Schlam per rafforzare la posizione globale di Usco Group.
Dal canto suo, Haslett ha sottolineato: Entrare in Usco ci dà accesso alla presenza globale, all’esperienza produttiva e alla tecnologia dei prodotti siderurgici. Insieme potremo fornire un valore significativamente maggiore ai clienti e mantenere il nostro impegno: produrre le migliori attrezzature di carico e trasporto al mondo per l’estrazione di roccia dura. L’operazione è stata seguita da Eidos Partners e BNP Paribas come advisor finanziari per Usco, mentre Schlam Payload si è affidata a Gresham. Fondata a Modena nel 1989 da Massimo Galassini, Usco è oggi un colosso internazionale con oltre 900 milioni di euro di fatturato (2024), che supera il miliardo con l’acquisizione Schlam. Attraverso il marchio ITR, riconosciuto a livello mondiale, produce e distribuisce un’ampia gamma di componenti per macchine movimento terra.
Il gruppo dispone di 14 siti produttivi tra Corea del Sud, Cina, Regno Unito, Italia, India e Spagna, e di 84 centri di distribuzione e assistenza in tutto il mondo. Impiega circa 2.500 dipendenti, numero destinato a crescere con l’integrazione di Schlam.
L’acquisizione australiana conferma la vocazione internazionale di Usco, che negli ultimi cinque anni ha investito oltre 330 milioni di euro in operazioni di M&A.
Dopo Stati Uniti, Canada, Brasile, Europa, Sudafrica, India, Dubai, Corea e Cina, l’ingresso nel settore minerario australiano segna una tappa decisiva per l’azienda modenese, rafforzando la sua immagine di campione industriale italiano capace di competere ai massimi livelli.
Il successo di Usco dimostra come l’Italia non sia solo terra di conquista per capitali stranieri, ma anche protagonista attiva dell’industria globale. Dalla Motor Valley alla miniera australiana, l’ingegno italiano continua a conquistare spazi strategici, confermando che il Made in Italy non è soltanto stile e bellezza, ma anche tecnologia, ingegneria e industria pesante di livello mondiale.
