Voto anch’io. No, tu no! Perché no?

L’Art. 48 della nostra Costituzione recita così: Il voto è personale, eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è un dovere civico. La legge stabilisce requisiti e modalità per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti all’estero e ne assicura l’effettività. A tale fine è istituita una circoscrizione Estero per l’elezione delle Camere, alla quale sono assegnati seggi nel numero stabilito dalla norma costituzionale e secondo criteri determinati dalla legge. Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge.

Evidentemente, qualcuno nei palazzi del governo non lo conosce bene, ed è sempre utile ricordarglielo, perché aprire questa pagina con l’articolo della Costituzione, semplicemente perché nei giorni scorsi, nel Parlamento italiano, è stata discussa la modalità del voto delle prossime elezioni europee. Giustamente, da più parti è stata evidenziata la disparità tra cittadini italiani residenti all’estero.

Andiamo con ordine: Alle Europee possono votare tutti i cittadini italiani residenti Aire in Europa, o per il candidato del paese ospitante o dare l’opzione per il candidato italiano. A differenza dei nostri connazionali che risiedono in Europa, noi che viviamo fuori dai confini europei non possiamo votare. Tra l’altro, nemmeno coloro che vivono in Svizzera o nel Regno Unito, paesi che sono fuori dalla Comunità Europea. Voi mi direte, che centriamo noi con l’Europa? Noi siamo cittadini italiani con tutti i diritti e doveri, anche se siamo lontani.

Votiamo per le politiche e i referendum per posta, mentre per le altre elezioni (regionali, comunali e appunto europee) possiamo votare, non possono impedircelo a patto che ci rechiamo in Italia. Allora mi devono far capire perché alle politiche e ai referendum mi si dà la possibilità di votare mentre alle altre competizioni no? In Parlamento sono state avanzate alcune proposte, tra cui una del Senatore Giacobbe, richiesta legittima e che io condivido pienamente. L’emendamento presentato, che poi è stato bocciato, prevedeva la modifica delle modalità di voto per gli italiani iscritti all’AIRE che risiedono nei paesi non europei. Come giustamente ha fatto notare il Senatore, e come dice l’articolo 48 della più bella Costituzione del mondo, non ci dovrebbero essere differenze. Il diritto al voto è alla base della democrazia, il governo ha l’obbligo di far sì che questo diritto essenziale possa essere espletato da tutti i cittadini, come avviene in tutti i paesi europei.

Tutti i cittadini europei residenti fuori dai confini possono votare ovunque siano. I cittadini europei con passaporto italiano fuori dai confini no! Mi fa specie che un governo di centro-destra o di destra-centro che durante la campagna elettorale scorsa anche con i suoi candidati andava farneticando promesse, tipo Ministero degli italiani nel mondo, e poi sappiamo come è andata a finire. Dicevamo il governo dei patrioti, dei “prima gli italiani”, si dimentica dei suoi figli oltre oceano.

La cosa più grave, dal mio punto di vista, è che legittimamente ci mancherebbe, e trovo anche che il Senatore abbia fatto una cosa buona, è che il PD abbia portato avanti questa proposta. Però, voglio ricordare al Senatore Giacobbe che il suo partito e lui stesso sono stati per undici anni al governo, potevate rimediare prima del disastro. Troppo comodo, questo problema c’era anche 5 anni fa e nessuno si è preso l’impegno di sopperire a questa mancanza legislativa. Diciamo le cose come stanno, fermo restando che meglio tardi che mai, ma il governo ha respinto l’emendamento. Peccato, un’occasione mancata. Vi aspettiamo alle prossime elezioni o alle prossime farneticazioni, specie quando parlate di ambasciatori italiani nel mondo. La realtà è che, purtroppo, i partiti romani, destra o sinistra che siano, degli italiani all’estero non gliene frega una mazza.

E allora un suggerimento: i rappresentanti eletti in parlamento credo che dovrebbero essere indipendenti, non legati a nessun partito, perché le problematiche di noi che siamo fuori dai confini sono diverse ma comuni a tutti i partiti. Credo fermamente che una lista o movimento indipendente con i suoi rappresentati possa incidere di più di quelli con la casacca. Basta vedere l’operato dei nostri rappresentati in tutti questi anni, la risposta è sotto gli occhi di tutti.

Io, cittadino italiano all’estero, non sono altro che un voto, quando conviene a loro, ma rimango sempre e comunque delle nullità. La cosa che mi fa più rabbia è che ci sono persone che si vendono alle vostre belle chiacchiere. Aspetterò con ansia il giorno delle elezioni. Io sono un elettore paziente! (Emanuele Esposito)

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