La Festa “dell’amicizia” Italiana a Lismore si è dimostrata un grande successo con una massiccia partecipazione. Cibo italiano, spettacoli, balli, auto d’epoca e moderne “Made in Italy” hanno reso l’evento annuale un’occasione d’incontro tra le varie comunità etniche di questo grande Paese. Tuttavia, tra i vari festeggiamenti, un aspetto ha suscitato non pochi interrogativi: l’incontro di alcuni rappresentanti dei Comites d’Australia.
Non è dato sapere perché questo incontro si sia tenuto durante una sagra paesana in una zona rurale, abitata in passato da molti emigranti veneti, ma oggi decisamente una società più multietnica. Il colore e il calore italiano, ovviamente, sono apprezzati in qualsiasi comunità e fanno bene al “Made in Italy”, voluto e spinto dalle nostre autorità tramite l’Ambasciata, le Camere di Commercio e i Consolati. Da quel lato, un grande successo.
Tuttavia, l’incontro dei Comites, partecipato solo da alcuni membri e, nel caso del NSW, tenuto molto segreto, solleva questioni. È come se si dovesse discutere dell’invasione di San Marino da parte delle Forze Armate italiane. Due collaboratori del nostro settimanale presenti alla festa hanno ottenuto interviste con alcuni rappresentanti dei Comites, che pubblichiamo nelle pagine centrali. Anche se, ad essere generosi, sono delle interviste “comunicato” copia-incolla, che ho già sentito milioni di volte.
Sarebbe interessante ascoltare ogni tanto qualcosa di diverso, che non parli di sinergia e non ripeta alla nausea “faremo, vedremo, approfondiremo, parleremo”. Forse sarebbe più onesto dire che era l’opportunità di una bella gita nell’area rurale del NSW a spese dello Stato. In fondo, che c’è di male a dire la verità?
La Festa Italiana a Lismore è stata un grande successo, ma l’incontro dei Comites d’Australia durante l’evento solleva dubbi sulla trasparenza e l’efficacia del loro operato. La comunità merita più chiarezza e autenticità da parte di chi pretende di rappresentarla.
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