Avevo già pronto il mio trafiletto settimanale; mi sembrava bello e “diretto al problema”, ma all’ultimo minuto chi mi aveva fornito l’informazione ha ritrattato… A dire il vero, tutto si basava su una frase detta “confidenzialmente”, e per evitare di fare la parte dello spione o forse per una certa esitazione, ha preferito che non pubblicassi nulla, rimandando tutto alla prossima riunione nelle parti di Haberfield. Un po’ mi dispiace, perché, a differenza dei soliti noti, io cerco di elogiare ciò che fa del bene alla comunità e alla cultura italiana in Australia.
Elogiare solo ciò che è in linea con le proprie convinzioni personali è un comportamento dannoso per la crescita e lo sviluppo di una comunità o di una cultura. La critica costruttiva è un elemento fondamentale per il progresso, poiché ci permette di riconoscere e correggere i nostri errori. Rifiutare di elogiare chi merita solo perché non fa parte del nostro circolo di amicizie è un atto di chiusura mentale che non fa onore alla democrazia e alla libertà di espressione. Nella politica, come nella vita di tutti i giorni, non tutto ciò che proviene da una maggioranza è oro colato, né tutto ciò che viene dalla minoranza è da respingere automaticamente.
Ogni proposta dovrebbe essere valutata in base ai suoi meriti intrinseci, non in base all’appartenenza di chi l’ha avanzata. Questo modo di pensare limitato e dogmatico impedisce il progresso e ostacola l’innovazione, lasciando la comunità senza alternative valide. Chiunque abbia il potere di influenzare l’accesso all’informazione ha la responsabilità di farlo in modo equo e imparziale. Votare contro i contributi a una testata, non perché le informazioni sono inaccurate o dannose, ma solo perché il suo editore non è un amico personale, è un comportamento che non trova giustificazione in una società democratica.
È un atto ingiusto e, oserei dire, anticostituzionale che danneggia l’intera comunità. È tempo di porre fine a questa pratica dannosa dell’elogio selettivo e della critica irragionevole. Dobbiamo abbracciare una cultura dell’onestà e dell’integrità, dove le azioni sono valutate per il loro impatto e non per l’identità di chi le compie. Invitiamo coloro che perpetuano questa mentalità limitante a riflettere sulle conseguenze delle loro azioni e a considerare il bene della comunità al di sopra degli interessi personali. Solo così potremo costruire una società più equa, informata e prospera per tutti.
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