Il referendum sulla Voce in Australia è ormai alle porte, e le discussioni sul suo esito si intensificano. Tra coloro che sostengono il “Sì,” è emerso un gruppo di liberali determinati a far sentire la loro voce. Conosciuti come “Liberals for Yes,” questo movimento rappresenta un’interessante rottura con la tradizionale linea di partito, poiché si battono per il riconoscimento della voce indigena nella Costituzione australiana.
Il referendum, previsto per domani 14 ottobre, è una pietra miliare nell’ambito del riconoscimento dei popoli indigeni in Australia. La proposta chiede ai cittadini australiani se debbano modificare la Costituzione per riconoscere i primi popoli dell’Australia, istituendo una Voce aborigena e isolana dello Stretto di Torres nel Parlamento.
Uno dei principali promotori di “Liberals for Yes” è Julian Leeser, un ex procuratore generale ombra liberale. In un coraggioso atto di sfida al partito, Leeser ha deciso di sostenerlo pubblicamente. Il suo appello al “Sì” è un tentativo di spingere gli australiani a considerare la questione con speranza e a superare la divisione che circonda il dibattito referendario. Durante una conferenza presso l’Università Cattolica Australiana, ha riflettuto sulle pressioni finanziarie, i salari stagnanti e i conflitti nel mondo, sottolineando che questo è il momento di affrontare il cambiamento con coraggio.
Pat Farmer, ex deputato, ha intrapreso un incredibile viaggio di oltre 14.000 chilometri in sei mesi per sostenere la Voce. Giunto a Uluru, ha esortato gli australiani a votare “Sì” come un atto di riconciliazione e di riconoscimento nei confronti dei popoli indigeni.
Un altro sostenitore chiave è stato il senatore laburista Pat Dodson, noto come il “padre della riconciliazione” per il suo costante impegno in questo campo. Nonostante la battaglia contro il cancro, Dodson ha fatto una rara apparizione pubblica per esortare gli australiani a votare “Sì” e a riconoscere finalmente i popoli indigeni come parte integrante del paese.
Il movimento “Liberals for Yes” sostiene che il cambiamento rappresenti una nuova opportunità per il popolo australiano. La creazione di una Voce costituzionalmente riconosciuta darebbe agli indigeni un ruolo nella presa delle decisioni governative. I liberali per il “Sì” credono nella dignità dell’individuo e nel potere che i cittadini dovrebbero avere sulla propria vita.
Kate Carnell, ex Capo del Governo Liberale dell’ACT e Mediatore per le Piccole Imprese, è una delle co-coordinatrici di “Liberals for Yes”. Sean Gordon, Presidente di Uphold and Recognise e uomo Wangkumarra/Barkindji, è il secondo co-coordinatore del movimento. “Liberals for Yes” è supportato da volontari dedicati, che lavorano per fornire ai membri liberali un’informazione accurata e forum rispettosi per discutere del Referendum e sostenere il “Sì.”
Un’importante nota da sottolineare è che “Liberals for Yes” non è un’entità associata al Partito Liberale d’Australia o alle sue divisioni statali e territoriali. Le opinioni dei membri e dei sostenitori di “Liberals for Yes” sono personali e non rappresentano quelle di altre organizzazioni o aziende che potrebbero rappresentare.
Con il referendum sulla Voce alle porte, il movimento “Liberals for Yes” sta cercando di spingere gli australiani a considerare il cambiamento con speranza, per garantire un futuro in cui i popoli indigeni siano riconosciuti e ascoltati.
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